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Le ex case del dazio di Torino: ecco dov'erano le barriere della città

I bassi edifici gialli nelle piazze periferiche della città un tempo avevano una funzione molto importante

Nelle zone più o meno periferiche di Torino, ogni tanto capita di trovarsi di fronte a bassi e vecchi edifici di colore giallo: oggi in genere ospitano uffici pubblici di vario tipo, ma gli anziani torinesi sanno che quelle sono le vecchie case del dazio, di quando Torino era ancora circondata da mura.

Non le mura fortificate storiche, quelle che servivano a difendere la città e i suoi abitanti dai nemici e che furono abbattute da Napoleone nel 1800 durante l'occupazione francese. Piuttosto delle barriere con scopi commerciali e fiscali, anche se l'uso militare non era escluso a priori.

Nel 1853, quando già la prospettiva di un'Unità d'Italia guidata da Torino prendeva forma, la capitale del Regno di Sardegna decise di dotarsi di una “cinta daziaria”, ovvero di un perimetro murato con dei varchi in cui far passare persone, mezzi e merci dopo aver pagato il dazio in entrata, come previsto dallo statuto Albertino del 1848. La cinta daziaria del 1853 aveva un perimetro di 16,5 km e includeva l’area compresa fra la Cittadella, l'attuale Cimitero Generale e San Salvario (dove c'era un forte problema di contrabbando, che si voleva debellare).

All'epoca, la superficie totale di Torino era 1.700 ettari, oltre quattro volte quella effettivamente urbanizzata all'epoca di circa 400 ettari: oggi Torino ha una estensione di circa 13.000 ettari. La cinta daziaria di allora aveva due caselli di controllo lungo le ferrovie (verso Genova e verso Susa), oltre a quelli stradali di Nizza, Stupinigi, Orbassano, Crocetta, San Paolo, Foro boario, Francia, Martinetto, Lanzo, Milano, Abbadia di Stura, Regio Parco, Vanchiglia, Casale, Villa della Regina, Piacenza, Ponte Isabella. Ancora oggi quasi tutte quelle aree urbane sono identificabili come quartieri e barriere: i nomi più famosi sono quelli di Barriera di Milano e Barriera di Lanzo.

Una pianta di Torino del 1915, con le due cinte daziarie concentriche-2

Una pianta di Torino del 1915, con le due cinte daziarie concentriche. Fonte Museo Torino

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