Studenti in protesta all'apertura delle scuole
«La Buona Scuola è la scuola dei padroni, organizziamo il contrattacco»: questo lo slogan delle azioni promosse dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC) in diversi istituti di Torino e provincia, in occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico. Centinaia di studenti sono stati accolti nel loro ingresso a scuola da striscioni e volantini contro la riforma approvata nei mesi estivi.
«La legge 107 chiude un ciclo di riforme mirate a demolire la scuola pubblica, e oggi tutte le principali direttrici delle riforme passate giungono a un nuovo traguardo» - ha affermato Simon Vial, studente del LS Gobetti e militante del FGC - « L'autonomia scolastica, vale a dire il disimpegno dello Stato dalla gestione della scuola pubblica, grazie alla legge approvata si traduce nell'entrata dei privati nelle scuole in veste di finanziatori. Il valore legale del titolo di studio viene di fatto svuotato di significato attraverso la diversificazione dei curriculum dello studente, mentre le scuole diventano aziende gestite da un preside-manager impegnato ad accaparrare finanziamenti privati e col potere di fare il bello e il cattivo tempo. Un piano di alternanza scuola-lavoro che asservisce gli istituti tecnici e professionali alle richieste delle aziende, senza nessun vantaggio per gli studenti. Non una parola sul diritto allo studio, mentre un giovane su tre non riesce a diplomarsi a causa della crisi e andare a scuola diventa sempre più costoso.»
«La "Buona Scuola" di Renzi è la scuola che vogliono i padroni, buona solo per la Confindustria e per le aziende private che potranno influire sulle scelte delle scuole per modellare la didattica a proprio piacimento.» - ha concluso Vial - «Siamo pronti a dare battaglia e a non rassegnarci dinanzi alla sconfitta. Oggi più che mai vogliamo smetterla di giocare in difesa, rilanciare in ogni scuola le mobilitazioni contro la riforma voluta da Renzi. Siamo pronti a tornare in piazza, per rivendicare una scuola pubblica gratuita e accessibile a tutti, contro la scuola di classe voluta dal Governo.»