Slot-machines taroccate: un business da 28 milioni, 12 denunciati

Dodici persone sono state denunciate dalla guardia di finanza di Torino all'inizio di luglio 2017 per il business delle slot-machines taroccate. Sono tutte italiane e risiedono a Torino, Alessandria, Faenza, Roma, Napoli, Milano, Bologna, Verona, Vicenza. Oltre a pagare le imposte sul profitto accumulato in modo illecito, che per ora è stato stimato in 28 milioni all’anno, rischiano fino a cinque anni di reclusione per i reati di frode informatica e falso in dichiarazione di atto pubblico.

IL MECCANISMO DELLE SLOT TAROCCATE

Il meccanismo fraudolento era semplice ma sofisticato. Il software delle apparecchiature veniva modificato in modo da comunicare al fisco delle vincite in linea con le percentuali previste dalla legge. Queste, di fatto, erano erogate ai giocatori in misura notevolmente inferiore. I gestori delle macchinette si appropriavano di oltre il 50% delle somme destinate ai giocatori e in questo modo riuscivano a triplicare i loro incassi senza dichiarare nulla al fisco.

DOVE ERANO LE SLOT TAROCCATE

Le slot taroccate erano installate in oltre 1.400 locali pubblici dislocati su tutto il territorio nazionale. Circa 250 reparti della guardia di finanza sono stati coinvolti per stroncare la maxi frode. Sono state sequestrate più di 2mila apparecchiature. Le operazioni sono state guidate dal Gruppo Torino, con l’ausilio della direzione generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma e della Sogei spa. Il tutto è stato coordinato dalla procura di Torino.

LA PRODUZIONE DELLE SLOT TAROCCATE

Nella filiera di slot contraffatte sono risultati coinvolti non solo i gestori delle macchinette ma anche il produttore del gioco, una società con sede ad Alessandria. Questa è riuscita a produrre e commercializzare le apparecchiature illegali depositando all’ente di certificazione una scheda regolare. Ma, una volta ottenuta l’autorizzazione, vi ha introdotto nelle le schede taroccate.