Scoperte 300mila uova di provenienza incerta: scatta il maxi-sequestro
Stoccate in condizioni igieniche precarie
I carabinieri del nucleo antisofisticazione (Nas) di Alessandria hanno sequestrato 300mila uova in un deposito di Asti perché non in regola con l'etichetta che ne attesta origine, provenienza, qualità e quantità.
L'operazione, avvenuta a fine dicembre 2018, è stata coordinata dalla pm Francesca Dentis della procura di Asti e ha portato a 21 perquisizioni in tre centri di imballaggio e 18 punti vendita nelle province di Asti, Alessandria e Torino.
Le uova sequestrate, il cui valore è di 100mila euro, erano stoccate in un capannone privo di autorizzazioni, in condizione igieniche critiche e con codice identificativo falso o assente.
La struttura è riconducibile a un'imprenditrice astigiana 40enne, indagata per frode in commercio e vendita di prodotti con segni mendaci.
I carabinieri del Nas di Alessandria, in collaborazione con i colleghi dei Nas di Torino e Genova e i veterinari Asl di Asti, avevano avviato l'indagine un mese fa, a seguito di una segnalazione anonima.
In via di accertamento la provenienza delle uova, alcune delle quali riportavano codici identificativi di altre aziende inconsapevoli della frode.