Rinvenuti scheletri umani nei sotterranei della chiesa di via Barbaroux
Nel corso dei restauri alla chiesa della Misericordia, famosa come la "chiesa degli impiccati", sono state rinvenute numerose ossa sconosciute: forse degli antichi condannati a morte
La “chiesa degli impiccati” riapre al pubblico, dopo un lungo restauro. Con una sorpresa: i lavori di rifacimento della pavimentazione hanno permesso di scoprire numerose ossa appartententi forse ad antichi condannati a morte, pietosamente sepolti dai membri dell’Arciconfraternita della Misericordia, la cui azione, dal 1578, era volta alle opere pie nei confronti dei galeotti e dei condannati.
La chiesa della Misericordia, famosa come “la chiesa degli impiccati”, è uno degli edifici religiosi più caratteristici di Torino, sempre presente nelle tristi leggende che circondavano i condannati a morte. Non a caso si trova in via Barbaroux, dove abitava l’ultimo boia di Torino. Anche l’interno era caratteristico: molti la ricordano ancora completamente dipinta di nero, tinta che fu di moda nel periodo carloalbertino. Il nero delle pareti è stato rimosso già dal 2009, quando il primo intervento di restauro della Compagnia di San Paolo ha riportato le tinte pastello del progetto originario. Adesso, anche il pavimento è stato riportato alla versione originaria, con la collocazione di una serie di lose coeve.
Gli ultimi lavori di restauro sono iniziati quest’estate, con il rifacimento della pavimentazione. Da luglio la chiesa è stata chiusa, con il conseguente spostamento delle funzioni della storica Arciconfraternita della Misericordia nella vicina chiesa della Confraternita del Santo Sudario, in via Piave. La chiesa è stata riaperta sabato 8 dicembre.
Nel corso degli ultimi interventi sono state rinvenute una serie di ossa appartenenti, forse, ai condannati a morte oggetto delle opere pie dell’Arciconfraternita. “Eravamo a conoscenza di alcuni pozzi tombali, ma a lato dell’altare del Beaumont sono state trovate una serie di ossa sparse, che ancora non erano note. I lavori di restauro sono stati interrotti e i resti recuperati e messi in una cassetta di zinco – spiega il governatore dell’Arciconfraternita, Alberto Tealdi – sono stati anche trovati dei corpi di antichi confratelli, ancora con l’abito da cerimonia. Ma, purtroppo, non sappiamo chi siano”.
