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Cronaca Aurora / Lungo Dora Agrigento

La narcosala chiude: in arrivo i cancelli sul lungo Dora Agrigento

Sono iniziati ieri i lavori per la realizzazione dei tre cancelli che verranno posizionati tra via Cigna e piazza Borgo Dora. Polemiche dal Movimento 5 Stelle

La pista ciclabile di lungo Dora Agrigento avrà i suoi cancelli. Ieri mattina gli operai della Città erano al lavoro per risolvere il problema legato al continuo consumo e spaccio di droga a due passi dall’istituto Albe Steiner. E a pagare per la realizzazione saranno il Comune di Torino e la circoscrizione Sette che si divideranno la quota necessaria per l’avvio dei lavori, ossia circa 15mila euro.

Le continue lamentele dei residenti della zona hanno convinto i vertici di corso Vercelli a portare avanti il progetto che prevede la messa in sicurezza della pista tramite tre cancelli, posizionati all’altezza del ponte Carpanini, dell'ingresso di via Cigna e dell’istituto Albe Steiner. Un intervento in grado di allontanare una volta per tutte quei tossici da anni padroni incontrastati della zona. 

La pista, però, non sarà chiusa 24 ore su 24. Tanto per cominciare verrà garantito agli studenti l'entrata e l'uscita dalla scuola. “Ad oggi le persone non passano per paura e questo ci dispiace molto – spiega il presidente della circoscrizione Sette Emanuele Durante -. L'idea è quella di chiuderla ma temporaneamente. Gli studenti, infatti, dovranno poter continuare ad usufruire del servizio. Borgo Dora continuerà di fatto il suo viaggio verso la riqualificazione”.

Un viaggio, ricordiamo noi, incominciato con l’installazione della folcloristica mongolfiera e continuato con l’avvio del cantiere per la riqualificazione della caserma Cavalli che in futuro ospiterà i giovani della scuola Holden.

Polemico sull'argomento cancelli è il capogruppo del Movimento 5 Stelle della circoscrizione Sette Fabio Versaci. “Fino ad oggi abbiamo sentito tante parole e soprattutto un progetto che non convince nessuno – dichiara Versaci -. Ci piacerebbe sapere chi si occuperà di quel cancello, della sua manutenzione e soprattutto chi terrà le chiavi. Ma la domanda che sorge spontanea è un’altra. C’era proprio bisogno di un cancello per risolvere quel problema? Non si potevano contattare i servizi sociali?”.

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