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Cronaca Piazza Castello

Il vagone di Levi resta in piazza, a supporto anche mille firme

Tante le firme raccolte da una petizione lanciata da Nino Boeti, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione. "E' la conferma che su questi temi la sensibilità dei cittadini è ancora forte"

La polemica nata a supporto del vagone ferroviario utilizzato per trasportare i deportati nei campi di sterminio, simbolo della mostra dedicata a Primo Levi a Palazzo Madama, si è conclusa negli scorsi giorni grazie al cambio di decisione del Soprintendente ai Beni Artistici, Luca Rinaldi, che ha annunciato il cambio di rotta. Il convoglio non rimarrà solamente per quindici giorni, come affermato inizialmente, ma per l'intera durata della mostra e cioè fino al prossimo 6 aprile.

"Prendiamo atto che la Soprintendenza ha mutato parere e che pertanto il vagone resterà dov'è", ha detto Nino Boeti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione con cui aveva lanciato una petizione affinché quel simbolo rimanesse in piazza Castello fino a chiusura della mostra.

Raccolta firme proficua, visto che nella serata di ieri ha presentato le quasi mille sottoscrizioni alla richiesta di non rimuove il vagone dopo due settimane. "E' la conferma - ha aggiunto Boeti - che su questi temi la sensibilità dei cittadini è ancora forte, come dimostra l'afflusso in questi giorni alla mostra e le numerose prese di posizione, anche spontanee, registrate sull'argomento".

Di seguito un volantino appeso per la città in supporto del vagone Levi.

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