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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Spacciato per olio extravergine era semplice olio d'oliva, indagati 7 marchi

L'olio contenuto nei campioni analizzati non era extravergine, ma semplicemente olio "vergine", di una qualità meno pregiata e anche meno costosa

Spacciato come olio extravergine d'oliva era, invece, solo "olio vergine", di categoria quindi meno pregiata e soprattutto meno costosa. E' quello che hanno scoperto i carabinieri dei Nas di Torino, incaricati dal pm Raffaele Guariniello di analizzare alcuni campioni prelevati dalle bottiglie d'olio vendute nei supermercati torinesi. Il reato, per sette grandi marchi italiani, è quello di frode in commercio in quanto l'olio etichettato come extravergine sarebbe invece semplicemente olio vergine d'oliva, prodotto con una lavorazione meno pregiata. 

L'indagine sarebbe partita da un'inchiesta giornalistica del mensile specializzato "Test", che avrebbe scoperto la mancanza di proprietà organolettiche dell'olio extravergine nei sette marchi esaminati. In particolare si tratterebbe dei marchi Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (confezionato per la Lidl) e Antica Badia (per Eurospin), tutti prodotti in Toscana, Abruzzo e Liguria. Per essere extravergine l'olio deve, infatti, rispettare alcuni parametri stabiliti da direttive e regolamenti della Comunità Europea: deve avere, per esempio, una percentuale di acidità pari o inferiore allo 0,8, mentre l'olio vergine ha una percentuale di acità pari o inferiore a 2.

Della vicenda si è interessato anche il procuratore capo di Torino Armando Spataro il quale ha richiesto in visione il relativo procedimento al fine di valutare l'opportunità di co-assegnazione a se stesso, di accertare le modalità di diffusione del caso e di verificare la competenza territoriale "in odine alle ipotesi di reato per cui si procede".

L'inchiesta della Procura di Torino ha scatenato anche gli animi del Codacons, disposto a scendere in campo legalmente per tutelare migliaia e migliaia di consumatori coinvolti in quello che sembra essere l’ennesimo scandalo alimentare italiano. L’associazione dei consumatori, infatti, ha deciso di pubblicare oggi sul proprio sito internet www.codacons.it un modulo attraverso il quale le famiglie che hanno consumato olio prodotto da una delle 7 aziende coinvolte nell’indagine, possono avviare l’iter per chiedere il risarcimento del danno subito e costituirsi parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura.

“Invitiamo tutte le famiglie che hanno consumato olio extravergine d’oliva di una delle marche colpite dall’inchiesta, a far valere i propri diritti e chiedere un indennizzo fino a 5.000 euro – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Se gli illeciti saranno confermati, infatti, il danno per i consumatori sarebbe enorme: a quello morale derivante dall’inganno subito e dalla lesione della buona fede, si aggiungerebbe un evidente danno economico, derivante dall’aver pagato di più per un prodotto con caratteristiche inferiori a quelle promesse”. 

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