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Luca Pancalli dopo il 'no' del tassista: "Che il parlare di quanto successo serva a sensibilizzare"

Non voleva che si parlasse della vicenda, ma ora che è uscita su tutti i giornali Luca Pancalli chiede ai tassisti torinesi di organizzare una giornata che faccia capire che non ci sono differenze tra disabili e "normali"

Il tassista che ha detto “non carico carrozzine” quando Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico, ha chiesto di poter salire sulla sua vettura ora rischia il ritiro della licenza. E’ andato contro due norme importantissime per la città di Torino, quelle fortemente volute affinché non ci sia discriminazione, ma anzi si aiutino le persone con disabilità motorie e in generale tutti i portatori di handicap per cui il servizio taxi deve essere accessibile. La città - tramite l’assessore Mangone e il sindaco Fassino - si è scusata, stessa cosa hanno fatto i tassisti. La “vittima” della vicenda, Luca Pancalli, avrebbe voluto che non si parlasse di quanto accaduto e invece quanto successo fuori da Palazzo Civico martedì scorso è stato riportato da tutti i media. Abbiamo raggiunto telefonicamente proprio Pancalli chiedendo le sue impressioni ora che tutti ne parlano.

Buongiorno presidente Pancalli, come sta dopo quello che è successo martedì a Torino?
Io sto bene, per me la cosa era nata e morta lì. Purtroppo l’inciviltà si riscontra ogni giorno in diverse parti d’Italia, ma non dobbiamo pensare che una nuvola faccia un temporale. Quando i giornali hanno parlato di quanto successo mi ha chiamato sia il sindaco Piero Fassino che un rappresentante dei tassisti per scusarsi di quanto avvenuto a nome di tutta la categoria. Mi ha fatto molto piacere, anche se mi è stato detto che la prossima volta che sarò a Torino mi sarà omaggiata una corsa in taxi. La cosa mi ha fatto sorridere.

E lei cosa ha risposto?
Io gli ho risposto che invece del trasporto gratis a me potrebbero organizzare una giornata per sensibilizzare e far comprendere a tutti che le persone disabili sono come le persone definite normali. Una giornata così aiuterebbe a riflettere su una situazione che tante, troppe volte si dimentica. Se la dovessero organizzare parteciperò molto volentieri.

Quello che è successo è su tutti i giornali, ma lei avrebbe voluto che non se ne parlasse, perché?
Sì esatto. Non avrei voluto che questa vicenda facesse clamore, anche perché Torino è una città tutt’altro che incivile, come ho potuto constatare personalmente a partire dalle Paralimpiadi, un evento che ricordo con gran piacere. Se però parlare di quanto successo martedì può portare a benefici, a sensibilizzare la gente e a migliorare i diritti di mobilità delle persone disabili ben venga.

Il resto delle ore passate a Torino come sono andate?
Tolto quel piccolo episodio con il tassista è stata una bella giornata quella torinese, ma è sempre bello visitare la vostra città. Ripeto che la Torino che ho conosciuto in questi anni è tutt’altro che incivile.

Un messaggio da far passare a chi legge di quanto le è accaduto?
Ripeto ancora che non volevo che si parlasse della vicenda. Chi legge cosa è successo deve anche sapere che purtroppo ogni giorno succedono queste cose all’ombra dei media e, peggio, spesso capita che il “no” se lo prendano persone che stanno peggio di me. Non è certo una nuvola che fa un temporale, ma almeno che questo parlarne ancora serva a qualcosa di serio e non solo per il clamore.

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