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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lingotto / Piazza Pietro Francesco Guala

"Nessun rifugiato al residence Guala", ma a Torino mancano le strutture

Scongiurata l'ipotesi dell'ex residence Guala resta da capire quali strutture potrebbero accogliere i rifugiati. Al momento la quota stabilita dal Governo è di 718 migranti

L'ex residence di piazza Guala non si trasformerà in un nuovo centro profughi. Il vicesindaco Elide Tisi è stata chiara, nel question time discusso ieri pomeriggio in Sala Rossa: "La struttura alberghiera è esclusa da qualsiasi progetto sia nell'abito della città che della prefettura - ha affermato -. Avevamo già avuto delle segnalazioni in merito per le quali abbiamo poi appurato l'assenza di fondamento".

I sopralluoghi degli agenti della polizia municipale che avevano tanto allertato gli ambulanti di piazza Guala, infatti, erano stati inviati in zona con il solo scopo di verificare la veridicità delle voci che da quale giorno circolavano tra residenti e commercianti. Nessun sondaggio, dunque, per stracciare il consenso della proprietà dell'ex residence a ospitare i richiedenti asilo destinati alla città di Torino: della struttura alberghiera non si conosce il destino, ma di certo c'è che non accoglierà nessun rifugiato.

Escluso l'ex residence Guala c'è ora da capire quali strutture potrebbero fruire da appoggio per l'accoglienza di quel 40 per cento dei 718 profughi destinati all'intera Regione: "L'amministrazione non ha le idee chiare e fintanto che non individueremo dei luoghi idonei continueranno sempre in città a circolare delle voci - lamenta il capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca -. Non possiamo lasciare la cittadinanza nel dubbio".

Dei 718 richiedenti asilo destinati dal Ministero alla regione Piemonte, il 40 per cento sarà ospitato nella provincia di Torino: la soluzione più accreditata è comunque quella di ripartire i rifugiati in modo più o meno egualitario nei comuni torinesi, cercando di facilitare il più possibile l'integrazione.

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