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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

'Ndrangheta a Torino, le parole del pentito: "Un onore farne parte"

I verbali di Rocco M., uno dei due pentiti che, con le loro rivelazioni, hanno permesso alla procura di Torino di portare a termine, lo scorso anno, operazioni fondamentali come Minotauro

La raffica di arresti dello scorso anno ha portato alla ribalta delle cronache la penetrazione della 'ndrangheta in Piemonte. "Far parte della 'ndrangheta è un onore. Si è rispettati. Io fui contento di venire battezzato". E' quel che si legge nei verbali di Rocco M., uno dei due pentiti che, con le loro rivelazioni, hanno permesso alla procura di Torino di portare a termine, lo scorso anno, operazioni importanti come Minotauro, sfociata nei giorni scorsi nell'avviso di chiusura indagini a 184 persone.

Però l'uomo non ha mai sentito parlare del 'Locali', un termine oggi di uso comune nelle cronache per chiamare la cellula che raggruppa le famiglie e le 'ndrine di una citta' o di un territorio. Quando i pm gli chiedono di elencare quelle che conosce, Rocco - forse per un'incomprensione - dice che "l'associazione non dispone di locali in senso di strutture murarie" e preferisce riunire i componenti all'aperto o a casa di qualcuno.

Quando Rocco M. parla di "Locali" (che nel Torinese, secondo l'ultima relazione della Direzione nazionale antimafia, sono dieci) intende "gruppo di base" o "Società": ne ha elencate cinque sparse fra Torino, Volpiano, Chivasso, Moncalieri e Bardonecchia ("una delle prime del Piemonte"). Rocco M. è entrato a far parte della 'ndrangheta fra il 1989 e il 1990 su proposta del fratello: ''pensavo fosse uno scherzo, invece era una cosa seria". "La 'ndrangheta e' una famiglia", dice Rocco, che si occupa di assistere i latitanti, di aiutare i congiunti degli arrestati pagando gli avvocati, evitare i conflitti tra i clan. La droga, secondo il pentito, non è l'interesse principale dell'organizzazione. "La 'ndrangheta non ha come scopo il narcotraffico. Per noi e' solo un 'mestiere', il 'lavoro'".

L'edilizia è stata ed è tutt'ora territorio di conquista per la criminalità organizzata. "Quando c'é un appalto di opere edilizie da realizzare nel territorio della Società, debbono mangiare le ditte gestite da esponenti della Società stessa. Se vince l'appalto una ditta estranea, la si convince ad andare a lavorare altrove, prima con le buone, poi con le cattive: si può arrivare anche a uccidere. Quando la ditta di una Società vuole lavorare in un altro territorio, deve chiedere l'autorizzazione alla Società del posto e dare in corrispettivo qualcosa". Nel verbale Rocco racconta i dettagli della cerimonia di affiliazione (il "battesimo" o "il taglio della coda") e spiega di non essere mai salito sopra il grado di "picciotto", che è il più basso: "Mi bastava". Anche perché la sua "Società", che ha sede in un paese della cintura di Torino, dopo la morte dei suoi fratelli e alcuni arresti venne "abbandonata, cioé sospesa, in attesa che escano di galera o tornino persone di grado superiore". (ANSA)

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