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'Ndrangheta, maxi operazione tra Torino e Reggio Calabria, 20 arresti

Eseguite anche 41 perquisizioni domiciliari. A una vittima di estorsione era stata inviata una testa di maiale mozzata. Le riunioni si svolgevano nel dehor di un bar del quartiere San Paolo, dove avvenivano anche le consegne di denaro. L'operazione è stata denominata "Big bang", dal nome di uno dei locali gestiti dal clan

Teste di maiale mozzate come nei film, pizzini cifrati e lettere minatorie contenenti proiettili. Sono solo alcuni dei retroscena da brividi inerenti alla maxi-operazione contro la 'ndrangheta effettuata in queste ore dai carabinieri, svoltasi tra Torino e Reggio Calabria. 

Nella notte sono state arrestate 20 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata ad estorsioni, usura, traffico di droga, detenzione di armi e gestione di bische clandestine. Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare delegata dalla Procura della Repubblica di Torino – Direzione Distrettuale Antimafia.

Agli indagati è stata contestata la violazione dell’articolo 416 bis del Codice Penale: "Per aver fatto parte - si legge nell’ordinanza - dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, e segnatamente di un’articolazione attiva prevalentemente in Torino e collegata con le strutture organizzative insediate in Calabria, dotata di propria autonomia e capacità d’azione tale per cui i componenti si avvalevano della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne derivava, per commettere reati, per acquistare in modo indiretto il controllo di attività economiche e di autorizzazioni commerciali e per realizzare profitti e vantaggi economici ingiusti”.

Contestualmente, sono state eseguite 41 perquisizioni domiciliari e sarà dato corso al sequestro dei seguenti beni: 7 unità immobiliari, 6 automezzi, 11 rapporti bancari, 2 cassette di sicurezza, 1 licenza commerciale, 2 società con 3 sedi operative.

Particolarmente pesanti gli atti intimidatori nei confronti delle vittime - una ventina quelle individuate, nessuna delle quali ha voluto denunciare i fatti -  in un caso è stata inviata a una vittima di estorsione una testa mozzata di maiale, con l’avviso che "la prossima sarebbe stata la sua”. 

Gli esponenti del clan sono stati ripresi dai carabinieri per diversi mesi, durante le riunioni che si svolgevano nel dehor di un bar ritenuto la base operativa del gruppo, al punto che gli associati amavano definirlo "luogo di lavoro". Nello stesso luogo e nelle vie limitrofe, dove si svolge il mercato del quartiere San Paolo, avvenivano in pieno giorno le consegne, da parte degli indagati, di denaro provento delle attività economiche controllate dal gruppo. Non solo, c'erano infatti anche le consegne da parte delle vittime di denaro loro estorto, tra cui giocatori d’azzardo, imprenditori, artigiani e negozianti.

L’operazione è stata denominata “Big bang”, dal nome di uno dei locali gestiti dal sodalizio.


 

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