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Cronaca

Museo Egizio, la Fondazione: "Niente allarmismi, a Catania solo 300 reperti"

Molte, nelle ultime settimane, le azioni di protesta contro il trasferimento in Sicilia di alcuni cimeli conservati nella sede di Torino: volantini, petizioni e manifestazioni

Dal Museo Egizio di Torino partiranno per Catania non più di 300 pezzi. E' questa la notizia con la quale la Fondazione Museo delle Antichità Egizie tenta di calmare le acque a proposito del subbuglio che si è creato in seguito all'annuncio del trasferimento di una selezione di reperti, nella città etnea. "Se e quando verrà formalizzato l'accordo con Catania - si legge sul sito internet -, la selezione dei reperti egizi di età ellenistica destinati alla città etnea non sarebbe superiore ai 300 pezzi, selezionati fra i materiali custoditi nei depositi e non destinati, né ora né in futuro, all'esposizione permanente del Museo Egizio". 

L'accordo per la collaborazione, tra le due realtà museali di Torino e Catania, è stato sostenuto dal Mibact e definito qualche settimana fa con la città etnea, dalla presidente Evelina Christillin e il direttore Christian Greco. Tuttavia la Fondazione ci tiene a precisare che "sono ancora in corso le opportune valutazioni di fattibilità del progetto". La sede che a Catania, salvo dietrofront improvvisi, accoglierà i reperti provenienti dall'Egizio di Torino "in dialogo" con le collezioni ellenistiche siciliane, sarà il Convento dei Crociferi.

E contro il trasferimento-"furto" dei pezzi egizi custoditi a Torino, sono nate petizioni sul web e azioni di volantinaggio un po' allarmiste, che parlano dello spostamento in Sicilia di addirittura 17mila reperti. Per non parlare delle manifestazioni: la Lega Nord ha organizzato infatti nei giorni scorsi, un presidio di protesta davanti alla sede del Museo Egizio torinese.

"Con tutti i posti nel mondo dove si possono valorizzare i reperti dei depositi - ha detto a questo proposito Fabrizio Ricca, capogruppo del Carroccio in Comune -, ne è stato scelto uno con un’utenza limitatissima. Avremmo preferito che si parlasse di esposizioni temporanee in giro per il mondo, così da offrire la vetrina internazionale che si meritano il secondo Museo Egizio al mondo e la sua città. Ma come ormai abbiamo imparato, in questi mesi Torino sta diventando una città sempre più chiusa su sè stessa".


 

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