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Cronaca

Addio a Gabriele, l'informatico con il cuore sempre in montagna

Passione appresa dal fratello

Gabriele Boetti aveva 29 anni ed era un informatico-sistemista. Come per il suo amico Alberto Miserendino, morto con lui nell'incidente di domenica 6 gennaio 2019 sulla punta Cristalliera a Roure, la sua grande passione era però la montagna. Era stata proprio questa a farli incontrare.

Gabriele aveva 'imparato' ad amare l'alpinismo dal fratello Gian Luca, che oggi lo piange insieme al papà Gianpaolo, storico redattore capo del quotidiano La Stampa.

Era da sempre uno sportivo: aveva giocato a basket, era cintura nera di arti marziali e aveva praticato anche ciclismo prima di scegliere l’alpinismo, disciplina in cui tentava sempre di migliorarsi. Solo poche settimane prima della tragedia si era iscritto a un corso di perfezionamento.

Viveva a Torino da solo ormai da qualche anno, da quando il lavoro lo aveva reso indipendente.

Questo l'ultimo messaggio del papà, Gianpaolo Boetti: "Si dice: santa pazienza. Miei cari tutti, bisogna aspettare. L'ultimo saluto a Gabriele è sospeso in aria, l'aria delle cose di questa terra che lui di lassù guarderà sorridendo. Con l'aiuto di Dio (e di qualche umano di buona volontà) cercheremo di stringere i tempi per poterci raccogliere insieme in un abbraccio di saluti e di preghiere. Poi, pian piano ciascuno di voi avrà il mio, il nostro grazie per scaldarci il cuore. A presto".

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