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Cronaca

Dall'aperitivo al digestivo, i 5 liquori e distillati migliori della storia torinese

In provincia di Torino, come in tutto il Piemonte, non ci sono "solo" ottimi vini: ecco come bere a km 0 o quasi in ogni occasione

Volendo, basterebbe il territorio della provincia di Torino a togliere ogni tipo di sete per tutta la vita. Non solo perché grazie alle Alpi e non solo abbiamo acqua in quantità e in qualità tale da essere bevuta anche dagli astronauti nello spazio. Non solo per i vini di ogni genere, bianchi, rossi e spumanti di storia e qualità riconosciute a livello mondiale.

In provincia di Torino, infatti, da secoli vengono prodotte e consumate bevande alcoliche adatte a qualunque esigenza e preferenza, liquori e distillati per aperitivi, antipasti, dessert, amari e digestivi.

Tra i “drink” alcolici di origine torinese vi sono generi e marchi noti in tutto il mondo e specialità – sia industriali sia artigianali – noti solo ai veri torinesi. Ecco 5 storie esemplari:

Vermut

Tra i tanti vini aromatizzati (un altro è il Barolo Chinato, creato tra l'Astigiano e l'Albese e reso prima un digestivo e poi un prodotto di ampio consumo nelle farmacie torinesi), il vermut o vermouth è il più noto e anche più torinese di tutti. Realizzato per la prima volta da Antonio Benedetto Carpano a fine Ottocento in piazza Castello, aggiungendo vino bianco a un infuso di oltre 30 erbe e spezie, tra cui l'artemisia maggiore. Oltre al vermut Carpano e alla versione “Punt e Mes” (un punto di dolce, mezzo punto di bitter), il marchio più noto a livello mondiale è sicuramente Martini&Rossi, azienda con sede e factory outlet a Pessione di Chieri e con una delle più antiche storie dell'industria torinese.

Amaro San Simone

Gli amici “esperti” lo sottolineano a ogni cena in compagnia: il San Simone è dolce, non è amaro. Ma l'Amaro San Simone (stabilimento in via Caltanissetta) è non solo una bevanda ma anche un simbolo della torinesità. Prima scelta in ogni ristorante per il fine pasto in città e provincia di Torino, praticamente semi-sconosciuto fuori dai nostri confini provinciali. Ordinare un San Simone altrove significa, nel migliore dei casi, sentirsi chiedere: “Sei di Torino?”. Curiosità: il nome deriva dall'Antica Officina Farmaceutica San Simone, una Confraternita di Monaci esistita a Torino nel XVI secolo in contrada Dora Grossa (l'attuale Via Garibaldi).

Genepì

Da secoli viene prodotto per infusione delle piante essiccate di Artemisia genepì presenti nelle quote elevate delle valli occitane, al confine con la Francia. La prima distilleria italiana di questa bevanda fu fondata nel 1823 a Fenestrelle, dal regio notaio Stefano Pin, che ne descrisse sistemi e metodi di produzione. E ancora oggi rimane il superalcolico tipico di cene ed escursioni in montagna, oltre a essere tra i prodotti tipici ufficiali della provincia di Torino. Curiosità: il nome non deriva dal ginepro, ma dal termine genepy con cui le popolazioni montane della Savoia chiamavano le piante aromatiche alpine.

Bicerìn liquore

Da distinguere rispetto alla bevanda calda preparata dal 1763 nel caffè Al Bicerin di piazza della Consolata (qui i 5 migliori della città), il liquore Bicerìn è comunque a base di cioccolato, precisamente di crema al Gianduja, specialità dolciaria torinese per eccellenza. Un tempo le bottiglie di liquore Bicerin si trovavano solo nel torinese, oggi non è raro trovarle in negozi e supermercati di altre zone.

Nocciolino di Chivasso e altre specialità locali

Il Nocciolino di Chivasso, l'Archibuse (o Alpestre) di Carmagnola, il Sërpoul (o serpùl, dal nome occitano del timo serpillo) delle montagne sopra Pinerolo: in ogni zona non mancano le bevande alcoliche con una lunga storia e un ottimo gusto, basta riconoscere i negozi locali e i ristoranti tipici per scoprire specialità uniche.

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