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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il sindacato Usb sul piede di guerra: "Una campagna nazionale contro la privatizzazione Gtt"

Abbiamo intervistato Leonardo Locci, segretario regionale Usb Trasporti Piemonte, per avere il suo parere circa la cessione del 49% di Gtt approvata ieri in Comune

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato la cessione del 49% del Gruppo Torinese Trasporti. Abbiamo sentito il parere a caldo di Leonardo Locci, segretario regionale Usb, che da tempo lotta affinché questa cessione non vada in porto.

Locci, per quali motivi siete contrari alla vendita della Gtt?

Abbiamo aderito alla giornata di sciopero perché ci sono molte ragioni per non procedere alla vendita. Privatizzare vuol dire aumentare i costi di gestione e anche i debiti gestionali: l’esperienza di Genova dimostra ormai questo dato. Abbiamo i bilanci dell’azienda che dimostrano quanto costi di più oggi esternalizzare e quindi privatizzare quote consitenti di trasporto e manutenzione. I bilanci, appunto, dimostrano che si spende molto di più a esternalizzare rispetto ai costi interni. L’esperienza dimostra inoltre che dove viene privatizzato, gli stipendi vengono a loro volta tagliati in maniera pesante anche del 30%, e i diritti in senso generale dei cittadini e dei lavoratori sono compromessi.

Serve a qualcosa vendere Gtt?

C’è una questione particolare relativa al debito pubblico che riguarda Torino. Torino è la città più indebitata d’Italia, 3 miliardi e duecento milioni di debito: è lo stesso debito che c’era un anno fa, prima della cessione del termovalorizzatore, dell’Amiat, della Sagat. Nonostante questi incassi siamo di nuovo da capo: il debito è lo stesso di un anno fa, prima della vendita di queste tre partecipate. Se si dovesse procedere questo anno alla vendita della partecipata Gtt, compresi i parcheggi, sicuramente ci sarà un incasso inferiore a quello dello scorso anno quando si procedette a vendere tre partecipate, ma non servirà assolutamente a ridurre il debito cittadino.

Quali sono le vostre strategie per il futuro?

Abbiamo fatto di questo problema una campagna nazionale, tant’è che d’ora in poi non tratteremo più solamente azienda per azienda la problematica, ma in forma nazionale: ci saranno degli eventi di lotta a livello locale, e la cosa sta capitando a Firenze, a Pavia, a Venezia.

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