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Cronaca

Anche con la crisi, san Giovanni è sempre la festa dei torinesi

Andrea Flamini da più di 50 anni veste i panni di Gianduja e si occupa dell'organizzazione della festa di San Giovanni, che lui ha riscoperto nel 1971

La festa di San Giovanni si perde nella notte dei tempi. A Torino, si sa di una processione del popolo fin dal Trecento, e più o meno coeve sono le prime notizie riguardanti il Farò di San Giovanni, forse antico retaggio di pire rituali legate al solstizio d’estate. La festa subì numerose variazioni, fino all’Ottocento, quando venne cancellata dal calendario di Torino. A riscoprirla, nel 1971, è stato il cavalier Andrea Flamini, presidente dell’Associassion Piemontèisa, che da oltre cinquant’anni veste i panni di Gianduja:

Flamini, cinquant’anni sono tanti. Avreste mai pensato di indossare la maschera di Gianduja per così tanto tempo?

In realtà io non avevo intenzione di diventare Gianduja. Ma durante una sfilata in via Roma con il mio gruppo, qualcuno iniziò a gridare, indicandomi: “ecco Gianduja!”. Il motivo? Indossavo una veste rossa con un gran mantello, e la gente fece confusione. Ma da allora pensai veramente di diventare Gianduja.

Ma perché inventare la festa di San Giovanni?

Perché Torino aveva bisogno di una sua festa patronale. San Giovanni era un’antica usanza cancellata da metà Ottocento: dopo centoventi ann decisi di rispolverarla, più che altro per far dimenticare ai torinesi le difficoltà degli anni di piombo. Funzionò: San Giovanni piacque così tanto che siamo ancora qui a festeggiarlo.

Si dice che il primo San Giovanni si fece con i fichi secchi...

È vero. Spendemmo pochissimo, e nonostante ciò migliaia di persone scesero in strada per festeggiare. Non avremmo mai pensato ad un successo così ampio, soprattutto dopo aver tanto penato per mettere in piedi l’organizzazione della festa.

Anche quest’anno, però, il San Giovanni si farà con poco.

Infatti. Quest’anno molti verranno come volontari, ma la situazione è grave, perché siamo in attesa di molti soldi dalla Regione, mentre il Comune ci ha concesso dei fondi dopo undici mesi. Ma sarà comunque una grande festa: l’importante è che la gente scenda in strada per questa che è una grande tradizione: finché ci saranno persone legate alle proprie tradizioni, San Giovanni non morirà.

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