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Cronaca

Lo studio: cresce l'omofobia in Piemonte, un po’ meno a Torino

A stabilirlo l'ultima indagine IRES. Nella regione il 47% si dichiara intollerante verso gay e lesbiche, sotto la Mole il 44%

L’intolleranza verso chi è diverso cresce in Piemonte, un po’ meno a Torino. Almeno è quanto emerge dall’ultima indagine effettuata dall’IRES Piemonte nel marzo scorso, attraverso una serie di interviste che hanno coinvolto circa 1200 piemontesi. 

Dal rilevamento si evince infatti che, negli ultimi tre anni, nella regione sono sensibilmente aumentati coloro che si dichiarano - apertamente o velatamente - ostili alla presenza di gay o lesbiche, ma anche di musulmani ed extracomunitari. Non solo. Se per il 47% dei piemontesi sarebbe un problema avere come vicini di casa gay o lesbiche, la percentuale di intolleranza nei confronti di musulmani ed extracomunitari sale addirittura rispettivamente al 60,5% e al 61,9%. Valori che, almeno stando al rilevamento, sono di gran lunga superiori a quelli registrati nel 2015 e nel 2014. Tuttavia la provincia di Torino appare come la più tollerante fra tutte, se è vero che per il 56% dei torinesi il vivere accanto a coppie gay o lesbiche non costituisce un problema, mentre nelle altre province troviamo invece indici di tolleranza molto più bassi (ad Asti la percentuale scende al 47,1%, mentre a Cuneo si attesta al 47,9%). Guardando fra le età, ad essere oggi meno tolleranti sono i giovani. Infatti, solo il 36% degli intervistati fra i 18 e i 24 anni tollererebbe gay o lesbiche come vicini di casa, mentre la percentuale sale fino al 55% fra coloro che hanno fra i 45 e i 54 anni.

Dati che, come ricordato poc’anzi, appaiono gravi se raffrontati con quelli degli anni precedenti. Basti pensare che in Piemonte gli intolleranti verso gay o lesbiche erano solamente il 23,5% nel 2014 e il 34,5% nel 2015. Stesso discorso per musulmani ed extracomunitari, dove i contrari nel 2014 erano il 34,8% e il 43,3%, mentre nel 2015 le percentuali erano già salite al 55% e al 53,7%. 

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