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Incidenti stradali San Salvario / Via Tiziano Vecellio

"Non mi permettono di mettere una targa in ricordo di mio figlio"

Matteo, 21 anni, è morto in un incidente stradale a giugno. Gli amici vogliono mettere una piccola targa in corso Massimo D'Azeglio. Ma il Comune non dà ancora l'ok. Il dolore della mamma

Vi abbiamo già raccontato del tragico incidente stradale in corso Massimo D'Azeglio in cui è morto il 21enne Matteo Abbona all'inizio di giugno. Ora ostacoli imprevisti, assurdi, si mettono di traverso per chi vuole ricordare questo ragazzo. Ce lo racconta la mamma, Annamaria Palummeri: "Gli amici di Matteo, per ricordarlo, hanno fatto preparare una targhetta formato foglio 4x4 da posizionare sull'aiuola di corso Massimo angolo via Tiziano, ovvero dove è avvenuto l'incidente. La targhetta non disturberebbe nessuno perchè lì c'è un praticello, vicino ad un albero".

Qui iniziano i problemi: "Abbiamo interpellato il Comune di Torino - dice Annamaria - ma non ha dato il nulla osta. Non sappiamo come fare. Stamattina ho telefonato alla segreteria del sindaco Fassino per chiedere un appuntamento e per spiegargli che Matteo ha fatto tanto donando tutti i suoi organi, regalando la sua vita a tante persone che sarebbero morte. La targhetta oltre ad essere stata pensata dagli amici e da noi familiari, avrebbe dovuto essere anche un ringraziamento da parte del Comune a un suo cittadino dotato di tanta generosità. Sono sempre più disperata e ricevere queste risposte mi fa male".

La targhetta in ricordo di Matteo non darebbe fastidio a nessuno in quella piccola area verde: non c'è neanche un passaggio pedonale, "solo i colombi che vanno a beccare qualcosa", dice Annamaria. "Il Comune - continua - ci ha risposto che se lo mettiamo loro lo tolgono. Disumano". Mezz'ora prima dell'incidente in cui ha perso la vita, Matteo per un tragico scherzo del destino aveva confidato a un'amica di essere favorevole alla donazione degli organi. "L'associazione italiana per la donazione di organi (AIDO) non può intervenire ufficialmente in questa vicenda - dice la mamma - perché Matteo aveva espresso il desiderio di donare gli organi in forma verbale e non iscrivendosi".
 

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