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Incidenti stradali

Il mondo del ciclismo amatoriale sconvolto dalla morte di Gianandrea Azario: "Eri uno di noi"

Avrebbe voluto portare nel suo paese un presidio socio-sanitario di alto livello per la cura dei malati di Alzheimer

Gianandrea Azario aveva un sogno: trasformare l'area dello storico lanificio di famiglia, ereditata dal padre Tancredi, per decenni imprenditore di riferimento per Strambino e non soltanto, in un grande complesso sanitario finalizzato principalmente al trattamento e alla cura dei malati di Alzheimer. Purtroppo tra il proposito, che era stato presentato alla cittadinanza nel 2019, e la sua realizzazione ci si messo un terribile incidente stradale avvenuto lo scorso 5 marzo 2023: Azario si stava allenando in bicicletta in via Cotonificio, a due passi da casa, come faceva quasi quotidianamente (era uno straordinario cicloamatore e correva per il blasonato Team De Rosa-Santini, di cui era anche vicepresidente oltre che tra i fondatori) quando un'auto guidata da una ragazza lo ha tamponato facendolo cadere e facendogli battere la testa. Da allora per lui sono stati quasi cinque mesi di calvario, trascorsi tra l'ospedale Cto di Torino, dove era stato trasportato in elisoccorso, la clinica Don Gnocchi e infine l'ospedale Molinette, dove è morto all'età di 57 anni (compiuti mentre era in coma) nella mattinata di domenica 30 luglio. I suoi cari e i suoi amici più stretti avevano già perso le speranze da diversi giorni, tanto la situazione si era fatta critica. Sono state donate le sue cornee.

Oltre che al ciclismo, Azario, che di mestiere faceva l'ingegnere, aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita al ripensare l'area del lanificio di Strambino, che si estende su un'area di 33mila metri quadri su cui era pronto ad attirare capitali per dieci milioni di euro, creando un villaggio per malati di Alzheimer con 18 unità abitative, centro benessere, ristorante e naturalmente strutture mediche in cui i degenti potessero essere adeguatamente assistiti. Adesso bisognerà vedere se qualche suo familiare rileverà da lui il testimone e proverà a realizzare questo sogno. Tra coloro che lo piangono di più in questi giorni ci sono naturalmente tutti gli esponenti del ciclismo amatoriale: compagni di squadra, avversari (se così possono chiamarsi), dirigenti, organizzatori di manifestazioni. Segno che Azario, oltre a essere validissimo sulle due ruote, era anche una persona apprezzata per i suoi modi, i suoi comportamenti e le sue idee. Gli amici più cari lo ricordano anche perché era un grandissimo tifoso della Juventus.

I ricordi sui social

Il Team De Rosa-Santini: "Tutta la squadra, con le lacrime agli occhi ed il cuore infranto, piange prima di tutto l’amico e il compagno di tante esperienze sportive e di vita, quindi un dirigente tra i più validi, precisi ed operosi che si potessero avere. Uomo onesto, generoso e dai modi profondamente educati, Gianandrea lascia un vuoto incolmabile nell’anima di tutte le persone che hanno avuto l’onore di poterlo avere come amico. Che il suo corpo possa avere riposo ed il suo spirito perdurare in noi, alimentando la nostra disponibilità alla comprensione del prossimo, la nostra lealtà ed il nostro coraggio".

La Coppa Piemonte di ciclismo: "Eri uno di noi: rimarrai sempre nei nostri cuori. La Coppa Piemonte perde un caro amico, il ciclismo amatoriale una figura di altissimo profilo. Laureato in Ingegneria al Politecnico e grande appassionato del ciclismo amatoriale, Gianandrea era una persona buona, mite e di gran cuore, sempre disponibile al dialogo con la pacatezza e la saggezza di un gran Signore. Con lui ci univa una fraterna amicizia, rafforzata anno dopo anno in prove e manifestazioni sportive. Tutto il direttivo di Coppa Piemonte si stringe al dolore dei familiari e degli amici che l'hanno apprezzato per tutta la vita. Gianandrea, eri uno di noi: rimarrai sempre nei nostri cuori".

Danilo De Rosa, costruttore di biciclette e patron del team De Rosa-Santini: "Caro Gianandrea, questa è la nostra ultima foto insieme, mai avrei pensato fosse l’ultima per sempre… Te ne sei andato in silenzio, senza clamore come era nei tuoi modi. Modi sempre pacati, misurati, garbato con tutti, un uomo di altri tempi. Io non perdo solo un amico, per me eri come un fratello, concetto epurato da ogni luogo comune. Mi mancherai tantissimo, mi mancherà il tuo affetto e la stima reciproca che ci univa, come ci univa la passione per il ciclismo come per il calcio. In questo caso diventa difficile fare le condoglianze a qualcuno, le voglio fare alla tua famiglia, il Team De Rosa Santini. Team di cui sei stato cofondatore e vicepresidente. Condoglianze a tutti coloro che come me, pur sapendo che la tua sofferenza terrena era al termine, non hanno saputo trattenere le lacrime alla notizia della tua scomparsa. Grazie per tutto il bene che hai dato e che mi hai dato. Addio amico mio, fai buon viaggio".

"Carissimo amico mio, mai avrei voluto ricevere questa notizia e faccio fatica come tutti ad accettarla seppure era nell'aria... Pochissime molto rare sono le persone come te, educazione e gran signorilità ti hanno sempre contraddistinto in tutti i settori in cui con te ho avuto a che fare,dalla sportività nel mondo dello sport,al mondo del lavoro dove sei anche stato il mio vice-responsabile, fino alla nostra grande amicizia e non solo perché abitavamo entrambi a Strambino. Ero persino riuscito a strapparti una promessa venire insieme a me a visitare Napoli dove non eri mai stato: il non poterlo più fare perché non ci sei più mi spezza il cuore. Eri il mio 'nemico' calcistico perché di fede juventina ed ogni tanto ce le davamo a suon di messaggi ma anche lì non sapevi essere cattivo perché in fondo sei sempre stato un buono. Sapevi provocare con intelligenza ma senza mai degenerare in nessun battibecco, piuttosto ti arrendevi elegantemente chiudendo con una risata l'argomento. 'Fino alla fine', come dice il motto dello juventino, abbiamo sperato nel miracolo senza che questo si sia verificato ed eccoci qui orfani di te. Quanto ci mancherai Gianandrea ed è difficile davvero sapere che tutto si sia interrotto così bruscamente. L'ultima tappa ti è stata fatale ma ora anch'io voglio immaginarti libero di pedalare lontano da ogni pericolo, sono certo che mi starai sorridendo con la tua buffa risata con quelle smorfie simpatiche che ti hanno reso unico. Ciao gentiluomo di una volta, io sono lontano e non potrò salutarti personalmente ma ti porterò sempre in ogni mio ricordo e quando tornerò su verrò a salutarti in modo diverso lo so, dovrò abituarmi come tutti quelli che ti hanno stimato e voluto bene e che come me ti portano nel cuore".

"Ciao Gian rimarrai per sempre nel mio cuore… Ricordi belli e spensierati della nostra adolescenza passata a Sanremo… Quante risate, quante serate trascorse assieme caro amico mio, non mi sembra possibile aver ricevuto questa terribile notizia. Ti vorrò per sempre un gran bene...".

"Ciao Gianandrea... Non trovo le parole, ti conosco da metà anni 2000 e anche se non frequentavo più il mondo del ciclismo amatoriale ti leggevo qui su faccialibro molto volentieri perché eri una persona pacata e obbiettiva... Quante chiaccherate sul calcio, sui freni a disco e sulla tua difficoltà a buttarti in discesa... Ricordo quando mi dicevi... Andassi la metà di te in discesa sarei sempre tra i primissimi... Ed  invece io invidiavo il tuo ritmo in salita, il tuo essere tenace e non mollare mai... Non hai mollato neanche stavolta... Ne sono sicuro... Ma sei andato via troppo presto, mi mancherà non leggere i tuoi post, mi mancherà sapere che uno dei miei amici non c'è più... Riposa in pace Gian...".

"Gianandrea, in questo momento non riesco a pensare ad altro che alla bella persona che sei stato e alla fortuna di averti avuto come collega ma soprattutto come amico. Mi rimane nel cuore la signorilità, la sportività, l'ironia, la capacità di sdrammatizzare e la profonda sincerità e correttezza che hai sempre dimostrato in ogni circostanza. Ciao Gian!".

"Ciao capo, come mi piaceva chiamarti anche quando non lo eri più. Perché le persone per bene come te restano nel cuore. 
Avevo un affetto sincero per te come tutte le persone che ti hanno conosciuto e di cui leggo i commenti. Perché eri un’anima bella, una persona d’altri tempi, un signore. Sono stata felice per te quando anche se eri un ottimo professionista avevi deciso di dedicarti al tuo sogno. Felice per te che te lo meritavi. Felice perché vedere realizzare i sogni alle anime belle scalda il cuore di speranza. Ti saluto e ti abbraccio forte con la frase che avevi sul tuo salvaschermo: ‘Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte’. Ciao capo. Ciao amico mio. Grazie per essere stato così".

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