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Cronaca

"Non sono indagato". Bigotti perde la causa contro Google

L'imprenditore pinerolese, presidente della società Sti, aveva fatto causa al motore di ricerca per l'accostamento al suo nome dei termini "indagato" e "arrestato"

Ha perso la causa contro Google un noto imprenditore di Pinerolo, Enzo Bigotti. La società americana è innocente e non dovrà agire sulle impostazioni delle sue modalità di ricerca, come invece aveva chiesto Bigotti. Questi era infastidito dal fatto che, cliccando su Google il suo nome, compaiono affiancati anche i termini "indagato" e "arrestato".

Il verdetto è del giudice Gianni Reynaud, che ha rigettato il ricorso presentato da Bigotti, presidente della Sti, una spa alla guida di diverse holding nel settore immobiliare, sparse per l'Italia. Di fatto in nessuna delle note informative sull'imprenditore e neppure nei blog collegati veniva mai riportata la notizia che Bigotti fosse stato mai indagato o arrestato. 

L'accostamento, infatti, era casuale. Esso - è emerso - è dovuto solo all'esistenza, nel motore di ricerca, della funzione "Autocomplete" che accosta il nome e cognome ai termini che vengono più usati da chi ha fatto precedentemente una ricerca su quello stesso nome. Inoltre il giudice ha sostenuto che il termine "indagato" di per sé non è offensivo e ha ordinato a Bigotti, coinvolto in un grande appalto in Sicilia per il censimento di tutti i beni immobili della regione, a pagare le spese legali.

(fonte ANSA)

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