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Cronaca Coazze

Profughi quadruplicano la popolazione di una borgata alpina in Val Sangone

La Lega Nord polemizza dopo l'arrivo nella borgata Ferria di Forno di Coazze di un pullman con 40 immigrati africani. Li ospita la parrocchia, ma i residenti non sono favorevoli

Questa è una storia piccola ma significativa: racconta i timori e le preoccupazioni che su scala più ampia si stanno vivendo in tutta Italia per l'emergenza immigrazione. I profughi in arrivo da Lampedusa in una notte hanno ripopolato una frazione di montagna, in Piemonte, facendola passare da dieci anime a oltre 40 abitanti.

Ma non tutti nella borgata Ferria di Forno di Coazze, in alta Val Sangone, sono contenti, dopo l'arrivo meno di giorni fa di un pullman di immigrati africani (di Mali, Congo, Niger, Camerun, Ghana), ospitati in una casa messa a disposizione dalla parrocchia. Anzi, la paura per quella presenza di stranieri da una settimana, per alcuni è più forte delle storiche lamentele per l'abbandono delle vallate alpine.

Il sindaco del paese, Paolo Allais, di centrodestra, ha rimproverato il parroco, don Dino: "Poteva almeno avvertirci". Al loro arrivo, i profughi sono stati accolti, oltre che dai volontari della struttura, da alcuni striscioni di esponenti della Lega Nord non proprio di benvenuto: "Forno Coazze non Lampedusa! La Lega vigila"; "Fora dalle bale". Dopo qualche giorno gli striscioni sono stati tolti ma la borgata, le altre frazioni e la stessa Coazze sono divisi sulla presenza dei profughi che potrebbero restare nella casa parrocchiale fino all'estate. (Ansa)

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