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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Come riconoscere al volo un piemontese, grazie a cinque modi di dire

Noi nemmeno ci facciamo più caso, ma ci sono frasi che ci fanno riconoscere immediatamente quando parliamo con qualcuno del resto d'Italia

Quasi sempre non ci facciamo caso, ma quando parliamo diciamo spessissimo frasi che ci identificano immediatamente come torinesi e piemontesi. Un po' per la nostra pronuncia fatta di “e” e “o” apertissime, ma soprattutto perché nel resto d'Italia non usano certe espressioni che per noi sono assolutamente normali.

Eppure basta parlare con qualcuno che vive altrove per renderci conto che no, certe frasi non sono così popolari (o corrette) da tutte le parti. Ecco gli esempi più eclatanti

Hai voglia di...?

In pratica è il nostro modo di chiedere un favore a qualcuno. “Hai voglia di andare a comprare il pane?”, “Hai voglia di aprirmi una birra?”, “Hai voglia di passarmi a prendere?” ecc.

E quando ce lo chiedono non ci facciamo neanche caso che chi non usa quest'espressione (cioè tutti tranne noi) potrebbe tranquillamente rispondere: “No, non ho voglia”.

Solo più

Per noi è assolutamente normale una frase come “c'è solo più una fetta di torta”. Ma no, non è normale né corretto in italiano. Bisognerebbe dire “c'è solo una fetta di torta” o “è rimasta solo una fetta di torta”; però quel “più” è così comodo e ricco di significato che non sappiamo rinunciarci.

E poi in qualche modo è diventato famoso: tutti gli studenti d'Italia festeggiano il “mac pi 100” quando mancano “mac pi” (solo più in piemontese) cento giorni alla fine della scuola, anche se molti lo scrivono “Mak PI” con il Pi greco.

Com'è?

Traduzione letterale del dialettale “cum al'è?”, è l'equivalente dell'italiano “come va?”. Ma quasi sempre, un “com'è?” rivolto a qualcuno che non conosce il piemontese porterà a un'altra domanda: “com'è cosa?”.

Facciamo che...?

In piemontese, l'esempio classico è “fuma ch'anduma?”. Ma anche in questo caso, basta dire “facciamo che ci vediamo lì?” per far sorridere un non piemontese. “Non possiamo vederci lì e basta, senza farlo?”

Non mi oso

Altro tipico errore di italiano che facciamo a Torino e in tutto il Piemonte. Il verbo corretto è “osare”, non il riflessivo “osarsi” che utilizziamo da queste parti. “Non oso” , “non me la sento”, “non ho il coraggio”, ma di certo non si può dire “non mi oso”, anche se è innegabile che in otto lettere dice più di qualunque traduzione italiana grammaticalmente corretta.

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