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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Mirafiori Nord / Corso Giovanni Agnelli

"La Fiat infrange le regole", e mette fuorigioco i dipendenti

Il responsabile del settore auto di Fiom Edi Lazzi attacca la condotta della Fiat e la mancanza di polso del governo: "È necessario un tavolo di trattative"

Lo spettro della cassa integrazione non abbandona gli operai della Fiat Mirafiori. Al termine di mesi di cassa straordinaria, per oltre cinquemila dipendenti riprenderà quella ordinaria. Ancora a casa, insomma, e protestare non cambia le cose. L’opposizione della Fiom, il sindacato con più iscritti nello stabilimento, è forte anche dopo l’esclusione dal tavolo delle trattative sindacali, che il responsabile del settore auto Edi Lazzi definisce “antidemocratica e irrispettosa”. Ma nulla sembra muoversi ai piani alti, e in particolare mette preoccupazione la recente dichiarazione dell’ad Sergio Marchionne: “L'attaccamento emozionale al proprio paese come produttore deve essere ripensato”.
 
“La Fiat ha la testa rivolta oltreoceano”, commenta Lazzi, e aggiunge: “La Fiat è ormai una multinazionale, ed è ovvio che i suoi interessi siano sempre meno legati al territorio. Il principale errore è del Governo, perché dovrebbe essere garante del rispetto delle regole. Quel che dovrebbe fare, e che noi chiediamo a gran voce da ormai molto tempo, è organizzare un tavolo di governance con la Fiat, il Governo ed i sindacati degli operai, per avere nero su bianco un piano industriale dell’azienda, che ci dia un’idea chiara e inequivocabile del nostro futuro”. 
 
Problemi di questo genere sono inevitabili nel processo di internazionalizzazione di un’azienda da sempre caratterizzata dalla “conduzione familiare” e paternalistica degli Agnelli. Un processo che è in atto da più di 10 anni, a partire dall’accordo con General Motors firmato il 13 marzo 2000, che ha dato il via alla nuova era della Fiat e condotto alla definitiva trasformazione in multinazionale dopo l’acquisizione della Chrysler di Detroit. Parallelamente, negli ultimi dieci anni la Fabbrica Italiana Automobili Torino ha allentato la presa sul territorio italiano (il primo stabilimento colpito massicciamente dalla cassa integrazione è stato quello siciliano di Termini Imerese) e torinese, con il progressivo depotenziamento dell’area operaia Mirafiori. 
 
Nel 2011 sono state prodotte meno di 65.000 vetture a Mirafiori, e quest’anno le cose non potranno che peggiorare, con l’interruzione della produzione di Idea e Musa negli stabilimenti torinesi. Il periodo di cassa integrazione, che lascerà a casa operai e quadri dello stabilimento dal 13 febbraio al 1° aprile, suona sempre più come il preludio del definitivo smantellamento di Mirafiori, che slegherà una volta per tutte la Fiat di Marchionne da Torino e dall’Italia.
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