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Cronaca

Sabotaggio No Tav, la procura chiede il processo per Erri De Luca

Lo scrittore avrebbe incitato al sabotaggio. Questo è quanto sostengono i due pubblici ministeri Padalino e Rinaudo. Al vaglio in particolare un'intervista rilasciata a settembre all'Huffington Post

Il prossimo nove giugno si saprà se Erri De Luca dovrà andare a processo per istigazione a delinquere finalizzata al danneggiamento. Questa la decisione del gup Roberto Ruscello che oggi ha ascoltato le richieste dei sostituti procuratori Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, i quali hanno ribadito la necessità di processare De Luca perché "alle sue parole, che istigavano al sabotaggio, sono seguiti fatti concreti in Val di Susa".

La vicenda nasce da un'intervista rilasciata lo scorso settembre all'Huffington Post. Lo scrittore, da sempre un convinto No Tav, aveva sostenuto che "la Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano. Sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo. I sabotaggi - aveva ancora aggiunto - sono necessari per far comprendere che la Tav è un'opera nociva e inutile". Da qui era partita una denuncia da parte di una delle società che coordinano i lavori per la costruzione della linea ad alta velocità, la Ltf.

Nei giorni a seguire lo scrittore aveva rilasciato altre dichiarazioni e postato messaggi sui social network, ribadendo l'inutilità dell'opera.

Prima della richiesta formulata oggi davanti al giudice per le indagini preliminari, i pm avevano consegnato un grosso faldone con all'interno parecchie interviste rilasciate da De Luca, con decine di episodi accaduti in Valsusa, sia prima che dopo le sue dichiarazioni all'Huffington Post. Per i pubblici ministeri ci sarebbe stato un'incitamento dietro le parole dette dallo scrittore, tanto che a queste sono seguiti dei fatti.

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