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Cronaca

Diede fuoco a un camper con la molotov e uccise tre sorelle: condannato all'ergastolo

Era stato fermato dopo la fuga

Ergastolo in primo grado per Serif Seferovic, 22enne rom bosniaco accusato di avere dato fuoco, mediante il lancio di una bottiglia Molotov, a un camper con dentro tre sorelle, anch'esse rom, della famiglia Halilovic, il 10 maggio 2017 in piazza Guattari a Roma. Morirono tutte e tre: Elisabeth, 20 anni,  Francesca, otto anni, e Angelica, quattro anni.

Dopo una fuga rocambolesca, Seferovic fu fermato alla stazione di Torino Lingotto l'1 giugno successivo. Successivamente fu scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, ma infine fu nuovamente arrestato il 7 ottobre, insieme al fratello 18enne Andrea (estraneo a questa vicenda), in un campo nomadi improvvisato a Moncalieri.

La condanna è stata pronuciata ieri, mercoledì 18 settembre 2019, dal tribunale di Roma al termine del processo svoltosi con rito ordinario e in cui Seferovic, assistito dall'avvocato Gianluca Nicoli, era accusato di omicidio plurimo, detenzione, porto e utilizzo di armi da guerra e incendio doloso.

Per questa stessa vicenda nel giugno 2018 è stata condannata a 20 anni, in un processo svoltosi col rito abbreviato, Lisabeta Vicola, cognata di Seferovic. Suo marito, Renato Seferovic, fratello di Serif, è tutt'ora ricercato e si troverebbe in Bosnia, dove è fuggito subito dopo l'attentato.

Seferovic era stato già arrestato pochi mesi prima della strage: a febbraio del 2017 per avere rubato la borsa della studentessa cinese Zhang Yao morta poco il furto investita da un treno mentre inseguiva i suoi scippatori. Per quell'episodio il giovane aveva patteggiato una condanna a due anni ed era tornato libero.

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