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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza migranti, per Ban Ki-moon è "sfida globale"

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha partecipato stamane al Terzo Forum Mondiale dello sviluppo locale: "Sfida condivisa a livello collettivo"

Buona risposta da Torino per l'accoglienza dei migranti. Sarebbero, infatti, più di cento le famiglie e numerose le parrocchie torinesi che hanno accolto senza riserve l'invito dell'arcivescovo Cesare Nosiglia e di Papa Francesco a ospitare all'interno delle proprie abitazioni e per un periodo più o meno limitato i migranti arrivati in Europa da varie parti dell'Africa, dalla Siria e dalla Turchia. 

EMERGENZA GLOBALE - Sono richiedenti asilo, fuggiti dalla loro terra natia perchè assediata da guerre e perseguitazioni: un flusso per cui il solo progetto Sprar accolto dal Comune risulta forse troppo limitante: "E' necessario dare una prospettiva ai migranti anche nel momento successivo all'ottenimento del permesso di soggiorno - ha dichiarato l'assessore all'Immigrazione della Regione Piemonte Monica Cerutti -. In quest'ottica il ruolo delle parrocchie e delle famiglie che a loro si rivolgono sarà di rilevante importanza". L'emergenza profughi ha assunto caratteri mondiali dove ogni Paese sembra essere coinvolto in prima persona, tanto che anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, intervenuto oggi alla giornata conclusiva del Terzo Forum Mondiale dello sviluppo locale svoltasi a Torino, ha dichiarato come l'emergenza migranti sia da considerarsi a carattere "globale". "Troppe persone subiscono violenze - ha detto Ban Ki-moon -. Troppe famiglie sono costrette a fuggire a causa delle guerre e delle persecuzioni. Questa è una sfida dell'Europa ma anche globale che deve essere condivisa a livello collettivo".

L'INSERMIENTO - Intanto l'Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino ha annunciato che distribuirà alle Prefetture italiane un documento relativo alla disponibilità delle strutture religiose ad accogliere i profughi. Quanto ai percorsi di inserimento lavorativo dei rifugiati molti i progetti che sono stati pensati dalla Regione anche per impedire da una parte una "dannosa guerra tra poveri", dall'altra il pericolo per le donne di finire in mani sbagliate. "Sono diversi i casi di donne che arrivano in Italia essendo già in contatto con quel sistema che le sfrutta e le mette nel giro della prostituzione - ha concluso la Cerutti -. Stiamo lavorando a un protocollo utile a intercettare subito questi casi. I centri di prima accoglienza serviranno anche a questo, a fare da filtro per mettere in sicurezza le donne che verrebbero avviate allo sfruttamento".

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