Omicidio di Elena Ceste: confermati 30 anni per Michele Buoninconti

Anche per i giudici d'appello di Torino è stato Michele Buoninconti a uccidere la moglie Elena Ceste, 37 anni, il 24 gennaio 2014, giorno in cui scomparve, a Costigliole d'Asti. Il suo cadavere fu poi trovato il 18 ottobre dello stesso anno. Lui fu poi arrestato il 29 gennaio 2015.

Oggi pomeriggio, mercoledì 15 febbraio 2017, dopo sette ore di camera di consiglio, la Corte d'assise d'appello presieduta da Fabrizio Pasi ha confermato la condanna inflitta in primo grado per omicidio all'ex vigile del fuoco di 47 anni, che ha sempre negato ogni addebito sostenendo che si fosse trattato di un incidente. Confermata, dunque, la linea del pg Laura Deodato che accusava l'uomo di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

Disposto il sequestro conservativo del patrimonio di Buoninconti. "Si tratta - ha sostenuto l'avvocato di parte civile, Debora Abate Zaro che ha rapprsentato la famiglia della vittima insieme a Carlo Tabbia - di conti correnti e di un terzo della casa. Siamo soddisfatti. Questo garantisce un futuro ai figli".

I difensori dell'imputato, Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, hanno criticato la scelta del rito abbreviato fatta dai loro predecessori, che non ha permesso di svolgere ulteriori approfondimenti "penalizzando l'imputato". "Su quanto è accaduto - hanno ribadito - si possono fare solo delle ipotesi. Non è possibile dire come, quando, dove e in che modo Elena Ceste è stata uccisa. E non si può nemmeno dire se sia stato un delitto premeditato, volontario, di impeto o di altro. A nostro avviso non si è trattato nemmeno di un omicidio".

In aula erano presenti, oltre a Buoninconti, che è rimasto in silenzio, anche i genitori della vittima, Franco e Lucia, tutori dei quattro figli della coppia. La madre si è commossa alla lettura.