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Cronaca

Voleva rifornire di un oppiaceo sintetico un parente carcerato, denunciata

Aveva con sé delle pastiglie di Subutex, è stata scoperta durante i controlli all'ingresso

Si era presentata nel carcere di Torino per sostenere il colloquio con il familiare detenuto ed aveva con sé delle pastiglie di un oppiaceo sintetico. E’ stata pizzicata durante i controlli da parte del personale della Polizia Penitenziaria e delle Unità cinofile del Corpo.

La donna, che ha tentato di introdurre delle pastiglie di subutex, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria, ma sono sempre più frequenti i casi di familiari e amici ammessi a colloquio con detenuti che tentato di introdurre illegittimamente hashish, cocaina, eroina, marijuana e pastiglie di Subutex. 

Un plauso per questa operazione è stato espresso dal segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per il Piemonte, Vicente Santilli: “Ancora una volta il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Torino ha stroncato l’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno dell’Istituto”. 

Al 31 dicembre 2016 i tossicodipendenti detenuti in Piemonte erano il 20% del totale ossia uno ogni 5, più o meno la stessa percentuale del carcere di Torino. Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, esprime apprezzamento ai poliziotti penitenziari di Torino e commenta: “E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari se le carceri reggono alle costanti criticità penitenziarie. Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria. Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno, ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 agenti in tutta Italia”.
   

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