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Crisi e sovraffollamento, il carcere di Torino ha bisogno di aiuti esterni

L'Amministrazione da sola non ce la farebbe a pagare le spese per i beni di prima necessità per tutti i detenuti. Colpa della crisi e del sovraffollamento. In aiuto arriva la donazione dell'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo

TORINO - Il problema del sovraffollamento delle carceri è cosa tanto nota quanto denunciata dai sindacati di polizia penitenziaria. A monte c'è una condizione precaria per i detenuti e un problema per la sicurezza degli agenti stessi, che già di per sé sono meno del numero ottimale. A tutto questo si aggiunge anche una parte economica, in cui rientra una grossa spesa che serve per i generi di prima necessità per i carcerati.

Nonostante la crisi però la Casa Circondariale di Torino, intitolata a Lorusso e Cutugno, potrà contare anche per quest'anno sui soldi messi a disposizione dall'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo. Centomila euro che rappresentano una somma quasi necessaria per continuare a garantire i beni di prima necessità agli oltre 1.500 detenuti (400 in più rispetto a quanto dovrebbero essere).

I soldi ricevuti saranno spesi per la pulizia delle celle, per le cure odontoiatriche dei carcerati, per il materiale sanitario e di igiene personale, oltre che per gli alimenti e vestiario. La triste realtà è che senza la donazione ricevuta l'Amministrazione della Casa Circondariale non ce la farebbe a farcela da sola.

I detenuti in teoria eseguono alcuni lavori e vengono in cambio retribuiti. Sì, però questo avviene in teoria, soprattutto per quanto riguarda il lavoro a supporto dei detenuti disabili. Il vicedirettore dell'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, Maria Pia Brunato, firmando il rinnovo della convenzione ha ammesso che i due euro all'ora che guadagnano i carcerati in realtà non sono retribuiti da mesi da parte dell'Asl.

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