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Cronaca Regio Parco / Piazza Sofia

Agli arresti domiciliari vicino un'area giochi. Ottenuto lo sgombero

Clamoroso caso nel quartiere Regio Parco. Ci sono volute 600 firme di protesta e l'intervento delle istituzioni per allontanare un gruppo di nomadi da piazza Sofia

Una storia a lieto fine arriva dalla periferia nord. E’ finito l’incubo, infatti, per i residenti e per i commercianti del quartiere Regio Parco. Dopo due mesi di convivenza forzata con alcune famiglie di nomadi accampate senza alcuna ragione valida in corso Taranto, angolo piazza Sofia, il giudice ha deciso di spostare i domiciliari accontentando così le richieste dei commercianti che avevano raccolto, solo una settimana fa, qualcosa come 600 firme in segno di protesta. Denunce riportate come da copione anche dalla circoscrizione Sei, sempre molto vicina ai suoi abitanti soprattutto sul problema nomadi. “A forza di sbattere i pugni sul tavolo qualcuno si è deciso ad ascoltarci - racconta Michelangelo Gulli, il presidente dell’associazione commercianti 'Una finestra su Regio Parco' -. Per numerose settimane siamo stati in balia di questa gente. Tra furti e atti vandalici. Ora speriamo che non si verifichi più un episodio come questo”.

Via i nomadi piazza Sofia

La disposizione degli arresti domiciliari lungo una strada e vicino un’area giochi ha seccato e non poco anche la presidente della circoscrizione Sei Nadia Conticelli che nei giorni scorsi aveva interpellato la Città di Torino, e in primis il sindaco, chiedendo dei provvedimenti. E ovviamente anche l’allontanamento delle roulotte. “Ritengo che non sia stato scelto il luogo più idoneo – accusa senza mezzi termini Conticelli -. Il parco Confluenza è molto frequentato e sono sicura che ragionandoci un minuto di più si sarebbe potuto trovare un posto migliore”.

Nei giorni scorsi, inoltre, i vertici di via San Benigno si sono recati in corso Taranto per pulire i marciapiedi e la strada dagli avanzi di cibo e dai rifiuti lasciati dal passaggio delle carovane dei nomadi. “Hanno appiccato il fuoco per scaldarsi e hanno lasciato un letamaio – racconta Antonina, una residente della zona -. Abbiamo dovuto protestare per due mesi prima di riuscire ad ottenere una risposta. I vigili non ci hanno aiutato, pur sapendo il problema. E questo è davvero sconcertante“.

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