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Cronaca

Con l'appetito non si scherza: le 5 dolcezze inventate a Torino

Cioccolatini, gelati, bevande: ecco cinque dolci inventati nella nostra città e la storia di come sono nate queste golosità

Bignole, pastiglie di zucchero, torte, confetti, paste, bônet, gelati, semifreddi... L'elenco dei dolci che i torinesi consumano (in alcuni casi divorano) abitualmente è pressoché infinito. Nella cultura gastronomica di Torino, i dessert e i dolci in generale sono presi da sempre molto seriamente. Così seriamente che la fama della nostra città è indissolubilmente legata anche alle prelibatezze zuccherose tipiche della sua tradizione.

In particolare, dall'arte di alcuni maestri pasticceri torinesi sono nate delle vere e proprie invenzioni conosciute in tutto il mondo, e che da tutto il mondo attraggono golosi intenzionati ad abbeverarsi alla fonte di tanta dolcezza.

Abbiamo selezionato 5 dolci inventati a Torino, di cui vi raccontiamo brevemente la storia.

Gianduiotto

Se il simbolo di Torino è Giandôja, il gianduiotto (o meglio giandôjòt) è il simbolo dei dolci torinesi. Realizzato con cacao, zucchero e soprattutto la “nocciola Tonda Gentile del Piemonte”, fu prodotta per la prima volta in occasione del Carnevale 1865, quando un uomo vestito da Gianduia girava per la città distribuendo i “suoi” cioccolatini avvolti nella carta stagnola. A inventare il gianduiotto fu Isidor Caffarel, figlio di Paul Caffarel fondatore della storica azienda torinese che pensò di servire in piccoli cioccolatini un impasto di nocciole e cacao.

Cri Cri

Anche i cri-cri, o le cri-cri, sono composte di cacao, nocciole e zucchero, ma unite in un modo decisamente diverso, con la nocciola tostata avvolta nel cacao e poi la copertura di minuscole praline di zucchero. Fino a qualche anno fa erano immancabili nelle dispense di ogni casa torinese, con le loro inconfondibili carte colorate; il suo inventore, tuttavia, non ha un nome: o meglio sì, quello di Cristina, una (leggendaria?) ragazza torinese di fine Ottocento a cui il fidanzato comprava praline come pegno d'amore. La ragazza si chiamava Cristina, ma lui la chiamava sempre Cri. Un giorno in cui andò in pasticceria con Cristina, la commessa che aveva sentito il vezzeggiativo chiese al ragazzo: “Cri?” e lui “Cri!”. Da quella volta, ogni volta il doppio “Cri” divenne una consuetudine tra il ragazzo e la pasticceria, che decise di battezzare in quel modo la pralina. 

Cremino

Il cioccolatino cremino (da non confondersi con il gelato) è quello formato da tre strati: gli esterni di gianduja, quello interno di cioccolato al caffè o alla nocciola o al limone. Anche se oggi viene prodotto da diverse aziende, a inventarlo fu il torinese Ferdinando Baratti, che nel 1858 aveva aperto con Edoardo Milano il caffè Baratti & Milano in via Dora Grossa (via Garibaldi) per trasferirsi nel 1875 nella sede odierna in Galleria Subalpina.

Pinguino

A proposito di cremini, c'è un dibattito su chi abbia inventato il primo gelato alla vaniglia ricoperto di cioccolato. Dagli Stati Uniti rivendicano il fatto che l'Eskimo Pie fu brevettato nel 1922, ma da Torino si ribatte che il Pinguino di Pepino è un'invenzione diversa, perché ha lo stecco che permette di non toccare il gelato con le mani. A inventarlo fu Gelateria Pepino nel 1939: fondata da Domenico Pepino, maestro gelataio napoletano immigrato a Torino, che nel 1916 aveva ceduto l'attività al commendatore Giuseppe Cavagnino e al suocero, Giuseppe Feletti (già affermato imprenditore dolciario). Dopo anni di tentativi e ricerche, nel 1939 la Pepino brevettò lo stecco ricoperto che si può gustare ancora oggi.

Bicerìn

Infine una bevanda. Quella più amata dai turisti che arrivano oggi a Torino, ma anche la prediletta di politici e intellettuali vissuti o semplicemente passati dalla nostra città nell'Ottocento, quando nel bar in piazza della Consolata pensarono di cambiare la “bavareisa” in voga all'epoca servendo cioccolato, latte e caffè in tre contenitori distinti, che in una variante venivano mescolati con uno sciroppo segreto e versato in un piccolo bicchiere con supporto e manico di metallo.  

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