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Cronaca Barriera di Milano / Corso Giulio Cesare

La loro "casa" è una ex fabbrica abbandonata: "Viviamo tra i topi e i ladri"

Claudio e la sua compagna da due mesi vivono in un palazzone situato alle spalle dell'Inps, tra via Ramazzini e corso Giulio Cesare. Respinta ogni loro richiesta di aiuto

Da due mesi chiamano casa una vecchia fabbrica abbandonata di alcuni piani situata in corso Giulio Cesare, alle spalle dell’Inps. Un palazzo spettrale, con i vetri rotti e i controsoffitti smontati. Lo scenario adatto per un film dell’orrore, forse non il posto ideale dove passare le giornate. O peggio dove dormire. Ma Claudio e Anna, le due vittime di questa storia, di scelte ne hanno avute davvero poche.

Lui, ex autotrasportatore di 45 anni, e sua moglie, 53 anni, invalida al 70 per cento a causa di una grave forma di epilessia, non hanno trovato altro posto dove sbatter la testa. “E così ci siamo accontentati di una fabbrica dove un tempo si fabbricavano i missili” racconta l’uomo che in passato ha anche minacciato di suicidarsi gettandosi da un finestrone. Poi però ci ha ripensato. Quel gesto estremo, Claudio, non voleva davvero portarlo a termine. “Ma quando vivi con i piccioni e i delinquenti ad un certo punto perdi anche la testa” racconta il 45enne mostrandoci il piano terra e il primo piano della struttura.

Da due mesi in fabbrica corso Giulio

Un posto buio dove farsi male è davvero facile. Un po’ per via dei bagni sventrati, un po’ per gli ascensori distrutti e i pavimenti ridotti ad uno scheletro. Ma dopo esser stati sfrattati nel marzo dello scorso anno per morosità i due sono rimasti all’improvviso senza un tetto e senza certezze. Fino a novembre la sorte li ha sbattuti in mezzo alla strada, a dormire tra garage e marciapiedi. “Poi con il primo freddo abbiamo trovato riparo in questo palazzo – spiega Claudio che da tre anni si arrangia con piccoli lavoretti -. Non sapevamo dove andare e lì abbiamo riposto tutto ciò che ci era rimasto: i vestiti, il cibo e un materasso”.

I predoni del rame e della ghisa, però, sono una costante minaccia. E il rischio che entri qualcuno ad aggredirli è reale. . La domanda per l’emergenza abitativa è stata compilata ma di risposte nemmeno una. “Abbiamo meno di tre anni di residenza a Torino – rincara Claudio - e per legge non abbiamo diritto ad alcuna casa popolare. Una ingiustizia che ci sta costringendo a dormire in un luogo pericoloso”. Chi volesse aiutare Claudio e Anna può chiamare al numero di telefono 342-5325280.

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