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Cronaca

Omicidio di Erika Preti, il fidanzato condannato per omicidio è ai domiciliari e parla in tv

Il provvedimento perché obeso e fumatore incallito. "Lo sono - ha detto - perché ossessionato da questa cosa". Il padre della vittima: "È vergognoso"

Già la sua scarcerazione per ragioni di salute, dopo che dietro le sbarre è diventato obeso e pesa oltre 200 chili, oltre a essere un fumatore incallito, aveva fatto discutere sull'opportunità del provvedimento, vista la gravità del crimine che ha commesso. Ma ieri, lunedì 13 novembre 2023, Dimitri Fricano, 36enne di Biella, che nel giugno 2017 uccise la fidanzata 28enne Erika Preti sferrandole 57 coltellate, è andato decisamente oltre. Si è infatti presentato ai microfoni di Pomeriggio Cinque, il programma di Canale 5 condotto da Myrta Merlino, anche in violazione degli arresti domiciliari, che gli vieterebbero contatti con l'esterno. Ha invece parlato per circa 75 secondi.

Che cosa ha detto Dimitri Fricano

"Io non vivo più da sei anni e chiedo scusa ai genitori di Erika - ha detto -. L'ho già fatto anche in carcere, in sede di giudizio. Io sono uscito di testa e sono diventato 200 chili. Io vivevo per la mia fidanzata e avrei pagato oro perché fossi morto io. Purtroppo, è andata al contrario". Quando gli è stato chiesto che cosa ricordasse dell'assassinio ha risposto "Non so cos’è successo". E sulle 57 coltellate: "Quelli sono numeri che non si sa neanche se sono reali".

Il suo ingrassare è stato dovuto al fatto che "io non vivo più, sono ossessionato da questa cosa. Vivo su una sedia a rotelle, non mi sono lavato per degli anni perché non ce la facevo, non ce la facevo a uscire dalla cella. Non è che hanno mandato a casa un trentenne perché obeso e fumatore, io sono a rischio vita 'sine qua non est', cioè a rischio vita in ogni secondo della giornata".

Ai microfoni anche il padre dell'assassino

Come se non bastasse Fricano, ai microfoni di Pomeriggio Cinque è arrivato pure suo padre: "Sono delle tragedie! - ha esclamato -. Nella tragedia c’è chi finisce male, ma anche mio figlio non è che finito bene. Non ha capito niente e voleva morire lui al suo posto e lei lo vede come le vuole bene. Non hanno litigato per delle briciole (contrariamente a quanto ricostruito dai giudici, ndr). Ma quando uno esce fuori, esce fuori, non è che dice 'te ne do una, due ma adesso ci penso'. Io non lo so cosa è successo perché non c’ero. 

Il padre di Dimitri Fricano ha poi chiesto scusa "umilmente" ai genitori di Erika. "Per me - ha aggiunto - era non come una figlia ma come due figlie, capisci il discorso? Di più di una figlia, di più, perché eravamo contenti di questa ragazza, è stata dieci anni con noi. È stata una disgrazia, non è stato un femminicidio, è stata una lite tra ragazzi. Punto e basta".

I genitori di Erika assistono all'intervista: "Vergognoso"

All'intervista hanno assistito in diretta, in collegamento con Pomeriggio Cinque, anche i genitori di Erika Preti, che abitano anch'essi nel paese del Biellese in cui Fricano è in detenzione domiciliare. "È vergognoso - ha detto a caldo il papà, Fabrizio Preti - che un assassino, condannato a 30 anni possa andare a casa perché obeso. Non posso pensare ora di poterlo incontrare per strada o dal medico. Quell'uomo deve tornare in carcere, quello è il suo unico posto".

Perché Fricano si trova in detenzione domiciliare

Dopo poco più di cinque anni di galera, Fricano è stato inviato in detenzione domiciliare, dove potrebbe scontare anche tutto il resto della pena di 30 anni diventata definitiva lo scorso anno, in quanto, secondo i giudici di sorveglianza di Torino, competenti per territorio, "non è in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un’assistenza che non è possibile dispensare in istituto". In sostanza, nelle carceri italiane sono presenti barriere architettoniche che gli impedirebbero di muoversi liberamente. E, inoltre, le cucine dei penitenziari non sarebbero in grado di fornire pasti ipocalorici necessari a una dieta per una persona obesa. Prima della scarcerazione, Fricano era detenuto nel carcere torinese delle Vallette. Ora potrà lasciare casa solo per motivi sanitari.

L'omicidio di Erika Preti

Il 12 giugno 2017 Dimitri Fricano e la fidanzata Erika Preti, biellesi, si trovavano in vacanza a San Teodoro, in provincia di Sassari. A un certo punto scoppiò una discussione e lui la trafisse 57 volte con un coltello, senza lasciarle alcuno scampo né alcuna speranza. I due stavano insieme da dieci anni. "Mi aveva rimproverato perché il tavolo era sporco. C'erano troppe briciole - raccontò lui nella confessione, un mese dopo il delitto -. Allora abbiamo iniziato a insultarci e non ci ho più visto".

Inizialmente Fricano aveva negato di averla massacrata: "Siamo stati rapinati - aveva detto ai carabinieri della compagnia di Siniscola e del nucleo operativo di Nuoro - e sono rimasto ferito anche io". Lui era stato ricoverato per qualche giorno all'ospedale di Olbia e poi era tornato a casa a Biella. Qui, messo alle strette perché tutti i rilievi avevano escluso la presenza di una terza persona in casa, era crollato davanti ai carabinieri biellesi, ammettendo il massacro.

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