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Cronaca Filadelfia / Via Giordano Bruno

Dieci anni fa le Olimpiadi Invernali: ecco cosa ne è stato degli impianti sportivi

Il 10 febbraio si celebrerà il decennale dei XX Giochi Invernali di Torino 2006. In attesa di sapere cosa organizzerà il Comune per l'anniversario, vediamo come vengono usate oggi le strutture che ospitarono le gare

Il prossimo 10 febbraio saranno trascorsi esattamente dieci anni dalla Cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino. Oggi, nel 2016, la nostra città è conosciuta nel mondo anche per quella parentesi sportiva che durò solo due settimane e che pose sotto i riflettori internazionali il territorio e le sue eccellenze. Ma dopo le medaglie vinte dall'Italia grazie ai pattini veloci di Enrico Fabris e di Marta Capurso e allo slittino d'oro di Armin Zoeggeler, dell'esperienza a cinque cerchi, sotto la Mole, cos'è rimasto? 

In attesa dei festeggiamenti che il Comune di Torino ha in mente di organizzare per il decennale, ecco un breve viaggio fra le eredità olimpiche. Ad esempio non c’è posto più simbolico del Villaggio Olimpico per raccontare quel che è andato storto nel post Giochi. Nei progetti originari dell'amministrazione sarebbe dovuto diventare il fiore all'occhiello della città, rappresentando il quartiere popolare modello ma oggi, le palazzine degli atleti, la parte commerciale e la passerella olimpica - dal costo complessivo di 145 milioni di euro - rischiano di cadere a pezzi.

E come se non bastasse l'intero quartiere è in mano ad abusivi e immigrati che sfruttano la situazione di degrado e abbandono in cui versano le strade tra via Giordano Bruno, via Pio VII e via Zini.

Qualcosa sembra invece finalmente muoversi per Torino Esposizioni, storica sede del palaghiaccio che durante i Giochi del 2006 accolse gli allenamenti di hockey. Dopo anni di quasi abbandono pare che finalmente nel 2016 il Comune intenda dar via ai lavori, per recuperare i suoi ampi spazi, destinandoli all'Università e alla cultura. Secondo il progetto, l'area dovrebbe ospitare la nuova biblioteca civica mentre il padiglione Morandi potrebbe accogliere diverse aule didattiche.

E se in montagna gli impianti di bob e slittino a Cesana, quello di freestyle a Sauze d'Oulx e il trampolino a Pragelato con i loro costi esorbitanti di manutenzione, sono completamente abbandonati a loro stessi, a Torino ad andare come un treno è il Pala Alpitour, conosciuto durante i Giochi come PalaIsozaki e come sede delle partite ufficiali di hockey su ghiaccio.

Oggi la struttura ospita concerti ed eventi ed è gestita dal Parcolimpico Srl in partnership con Alpitour Spa, società leader del settore turistico nazionale e internazionale. Il Palavela di via Ventimiglia che accolse le prodezze dei pattinatori artistici, con l'indimenticata medaglia d'oro del russo Evgeni Plushenko, oggi ospita gli allenamenti delle squadre locali, di tanto in tanto qualche gala sul ghiaccio e nella bella stagione, eventi sportivi vari.

Vivacchia anche l'impianto dell'Oval al Lingotto, quella che fu sede del pattinaggio veloce: il capannone oggi in mano al gruppo francese Gl Events, è sede di fiere, congressi ed eventi di vario genere.

Qual è allora il bilancio di Torino a dieci anni dalle Olimpiadi? Si, forse si sarebbe potuto fare di più prima per il dopo. Ma una cosa è certa: anche chi fu contrario ai Giochi del 2006, oggi deve ammettere che l'evento a cinque cerchi ha fatto cambiare attitudine, volto e percezione della città operaia dei "Bugianen".  

Torino è infatti diventata la quinta meta italiana preferita dai turisti, ospita eventi di grande rilievo e non viene più associata solo alla nebbia, alla Fiat o alla Juventus. Quella dei Giochi dunque resta, almeno per certi aspetti, una scommessa vinta.

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