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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Cuorgnè

Devastano cartelli stradali e arredi urbani, poi chiedono scusa al sindaco

L'appello del sindaco di Cuorgnè su Facebook, in seguito al raid vandalico di Ferragosto, non è caduto nel vuoto

L'invito ai vandali a costituirsi, postato su Facebook dal sindaco Beppe Pezzetto ha ottenuto gli effetti sperati.  Dopo gli atti incivili di Ferragosto in seguito ai quali a Cuorgné, nella zona del Ponte Vecchio, sono stati ritrovati cartelli stradali divelti, cestini della spazzatura smontati e arredi urbani devastati, e successivamente all'appello del primo cittadino a fare un mea culpa - "per limitare i danni e per rendersi conto della cazzata fatta" - in comune si sono presentati i responsabili - tutti minorenni - accompagnati dai genitori.

Hanno chiesto scusa e risarciranno i danni provocati e, certo, nell'epoca del "tutto è permesso", questo è un fatto che fa notizia. "Ma è soprattutto un epilogo positivo - ha detto soddisfatto Pezzetto - e la dimostrazione che c'è ancora del buono. Tutti hanno agito per il meglio: i ragazzi hanno capito l'errore fatto - e chi è che non ne ha fatti in gioventù? - e i genitori li hanno accompagnati a porgere le scuse".

E mentre i danni provocati dai ragazzi sono già stati sistemati dall'amministrazione, è arrivato quindi un lieto fine insperato da cui sicuramente i giovani protagonisti di questa vicenda, che negli ultimi giorni ha scatenato la polemica in paese, hanno imparato qualcosa.

Il sindaco Pezzetto ha proposto inoltre per questi giovani, con l'appoggio delle loro famiglie che si sono dette disponibili a risarcire i danni, un progetto di attività utili alla comunità. "Per capire che il bene pubblico è prezioso: costa e come tale va rispettato - continua Pezzetto -. E per rendersi conto che una denuncia in giovane età può trasformarsi in un grosso problema da adulti".

Una lezione che il sindaco è riuscito a dare, trovando un dialogo sui social con i ragazzi e indossando il cappello da amministratore: "Ero piuttosto adirato - ha concluso - e il mio appello su Facebook non voleva essere un ultimatum. Ma gli amministratori, qualche volta, devono anche sapere educare". 

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