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Cronaca Ivrea

"Troppe ore al cellulare fanno venire i tumori": i giudici danno ragione al lavoratore ammalato

Anche in secondo grado

Anche i giudici della Corte d'Appello di Torino, dopo quelli del tribunale di Ivrea tre anni fa, hanno stabilito che esiste un nesso tra l'eccessivo uso del telefono cellulare e l'insorgenza di alcuni tipi di tumore. A gennaio 2020 hanno infatti confermato la sentenza che stabiliva un vitalizio per Roberto Romeo, 60enne di Leini ex dipendente della Telecom che si era ammalato di un neurinoma, un tumore benigno, all'orecchio, dopo avere passato per lavoro quattro-cinque ore al giorno per 15 anni al telefonino. A pagarlo dovrà essere l'Inail, a cui l'uomo aveva fatto causa.

Romeo chiede che sulle scatole dei cellulari sia scritto esplicitamente che il loro prolungato uso nuoce alla salute e che vi sia l'esplicito invito a utilizzare il vivavoce oppure l'auricolare. "Non voglio demonizzare il cellulare - ha sempre detto - ma voglio che ne venga fatto un uso consapevole".

Ora non resterà che aspettare se l'Inail dovesse ricorrere in Cassazione.

"L'ipotesi che l'uso prolungato del cellulare possa causare tumori alla testa", alla base della sentenza della Corte d'Appello di Torino, "non è fondata su una base scientifica. Finora, nessuna correlazione è stata provata tra i campi elettromagnetici dei cellulari e l'insorgenza di tumori. Ci sono solo dei sospetti di cancerogenicità ma non confermati". Ha replicato così, all'Ansa, Alessandro Vittorio Polichetti, primo ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità.

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