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Cronaca

Cambio di sesso, alle Molinette 108 interventi in dieci anni

Gli interventi chirurgici trasformativi dei maschi biologici in femmine sono stati 73. Quelli delle femmine biologiche in maschi 35

Sono 108 gli interventi trasformativi di genere effettuati in 10 anni dal Centro Disturbi Identità di Genere dell'ospedale Molinette di Torino. Il bilancio è stato portato a termine dal centro stesso al compimento del decimo anno dalla nascita proprio in questo anno. 

Il C.I.D.I.Ge.M. garantisce una presa in carico multidisciplinare dal punto di vista psicologico, medico e chirurgico a quanti, vivendo la profonda sofferenza della non coerenza tra il proprio sesso biologico e quello psicologico, desiderano modificare il proprio aspetto e vivere adeguatamente il proprio ruolo di genere. Il disturbo di cui si tratta rappresenta una condizione molto rara (1:40.000 circa tra i maschi biologici ed 1:90.000 tra le femmine biologiche), ma richiede capacità specifiche ultraspecialistiche per una gestione integrata efficace.

Sono ben 462 i soggetti che si sono rivolti al C.I.D.I.Ge.M. in questi 10 anni, 300 i soggetti con diagnosi di Disforia di genere, di cui il 49,2% riportava una positività per disturbi d’ansia, dell’umore e dell’adattamento, ma i sintomi nel 97,6% sono stati valutati moderati-lievi e non hanno controindicato il proseguimento del percorso. Gli interventi chirurgici trasformativi dei maschi biologici in femmine sono stati 73, a 23 dei quali sono state effettuate inoltre le mastoplastiche additive. Quelli delle femmine biologiche in maschi 35 per la prima fase demolitiva che consiste nel togliere i caratteri sessuali primari (ovvero mammella e utero), dei quali 10 per la seconda fase ricostruttiva del pene.

La Cassazione e la Corte Costituzionale si sono recentemente espresse in materia di identità di genere e rettificazione di sesso, risolvendo una questione controversa fin dall'entrata in vigore della legge nel 1982, finalmente chiarendo che il trattamento medico chirurgico per l'adeguamento dei caratteri sessuali primari e il requisito della sterilità non costituiscono condizione o presupposto necessario ai fini della rettificazione anagrafica, consistendo in una scelta espressiva dei diritti inviolabili della persona secondo il principio di autodeterminazione. L'intervento è solo un possibile mezzo per la rettificazione anagrafica e potrà essere autorizzato per consentire alla persona di poter raggiungere uno stabile equilibrio psicofisico, in quei casi in cui la divergenza tra sesso anatomico e psicosessualità determini un atteggiamento conflittuale e di rifiuto.

Se tale situazione di benessere è già stata raggiunta al termine del percorso, costituito da trattamenti medici ormonali ed estetici e psicologici ed è accertata la irreversibilità della scelta, allora l'intervento demolitorio e/o modificativo non sarà necessario.
 

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