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Cronaca Parco Dora

Fine del Ramadan, Appendino: "Gli assassini non hanno etichette religiose"

Sul palco allestito al Parco Dora la neo sindaca e l'Imam hanno condannato la violenza fra gli applausi di ventimila fedeli

Stamattina alle 9, sotto la grande ala di Parco Dora, erano circa 20 mila i fedeli a celebrare, guidati dall'Imam Said Ait El Jide, la fine del Ramadan. Sul palco a portare un saluto alle migliaia di fedeli, anche la neo sindaca Chiara Appendino.

Tra scrosci di applausi e flash di telefonini e macchine fotografiche, la sindaca ha fatto un lungo discorso: "In questo mese avete affrontato delle rinunce e dei sacrifici, non solo per ciò che riguarda il cibo ma anche per ciò che di malvagio c'è nella nostra vita - ha continuato - Si tratta di uno dei pilastri della vostra fede e credo che la fede, qualunque essa sia, nell'intimo di ognuno di noi, sia un'occasione di ricchezza e di crescita". 

Dopo la presa di posizione contro la violenza dell'Imam, che ha sottolineato come questo mese di preghiera sia stato insanguinato dall'orrore degli attentati, non ha potuto fare a meno di ricordare le vittime di Dacca, tra cui ha perso la vita la concittadina Claudia D'Antona.

"Siamo rimasti tutti colpiti dagli ultimi tragici eventi e siamo molto vicini alla famiglia di Claudia - ha detto la sindaca -. In questa nebbia sempre più fitta di orrore, c'è bisogno di luce: i violenti e gli assassini non hanno etichette religiose, non esistono religioni buone o cattive ma uomini e donne che possono fare del bene. A voi spetta la responsabilità di spiegare questo, affinché non possano esserci confusioni. Sono certa che il dialogo continuerà - ha poi concluso fra gli applausi - e la città è al vostro fianco. Buona festa a tutti".  

Sul palco anche l'ex sindaco Valentino Castellani, presidente del comitato Interfedi, gli assessori alle Pari Opportunità della Regione, Monica Cerutti e del Comune, Marco Giusta. 

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