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Cronaca

Centri massaggi orientali, che cosa c'è dietro il boom?

Il boom di aperture di centri massaggi, soprattutto cinesi, è giustificato da un vuoto legislativo. Il punto di vista della comunità cinese. L'insofferenza dei centri estetici nostrani

A Torino si è registrata un’esplosione di aperture di centri di messaggio orientale: dopo le pizzerie, i negozi di elettrodomestici, le bancarelle mercatali, i saloni di acconciatura, la comunità cinese, infatti, ha deciso di investire sui bar ed i “centri benessere” che hanno ormai colonizzato le periferie torinesi ed il resto della provincia.

VUOTO LEGISLATIVO - Il boom di aperture è giustificato da un vuoto legislativo che permetteva, di fatto, anche a non professionisti di esercitare l’attività di massaggiatore e, soprattutto, massaggiatrice che, di per sé, è assai delicata: basta poco, infatti, per arrecare danni, se non “bloccare” completamente qualsiasi cliente, anche di giovane età. E così, vantando una presunta storia ed esperienza millenaria in questa arte, sfruttando una manodopera sicuramente non qualificata e quindi sottopagata, senza perder tempo e denaro in autorizzazioni particolari poiché non si tratta di attività specifiche a carattere terapeutico o estetico, sono proliferati, negli ultimi due anni, centri di massaggi orientali, quasi esclusivamente gestiti da famiglie cinesi, in ogni angolo della città.

VIA NIZZA - I sospetti che all'interno di questi centri benessere si svolgono anche attività legate al mondo della prostituzione non sono supportati dalle indagini giudiziarie, dato che, sino ad oggi, si segnalano pochi casi di chiusura coatta. Le ultime operate a luglio dai Carabinieri a danno di una famiglia cinese che ne gestiva due di centri, uno in via Nizza, nell’area più malfamata, l’altro a Moncalieri, dalle parti di corso Trieste. Il negozio di via Nizza operava già da qualche anno ed aveva una clientela d’età avanzata che è stata ripresa dalle telecamere nascoste dei carabinieri mentre usufruiva dei “massaggi romantici” il cui tariffario non superava i cinquanta euro. La famiglia arrestata è stata accusata di induzione alla prostituzione, ma non di sequestro di persona o riduzione alla schiavitù, poichè tutte le dipendenti, come argomentato davanti agli inquirenti, consideravano le attività svolte “assolutamente normali” in relazione alle necessità di sopravvivenza economica.

LA COMUNITA' CINESE - “Effettivamente i nostri centri si sono rovinati presto la reputazione – ammette Chen Ming, uno dei rappresentanti della comunità cinese – ma ciò non significa che abbiano uno stretto legame con la prostituzione od altre attività illecite.” “Per le mie conoscenze e per le informazioni giudiziarie che possiedo mi sento di dire con serenità che solo una parte, seppur consistente, ma pur sempre una minoranza, non ha la coscienza pulita. Anche perché se proprio si vogliono allestire bordelli, forse è più prudente e conveniente utilizzare qualche appartamento, invece che negozi che stanno sul marciapiede, no?” Ma se non fungono da “coperture”, che tipo di competitività economica hanno questi esercizi?

"IL BUSINESS ESISTE" - “Ammetto che molte delle nostre famiglie si buttano in quest’attività con spirito pionieristico e competenze iniziali limitate – risponde prontamente Ming che coordina un centro di orientamento ed assistenza per la comunità in via Alessandria -, ma il business potenziale esiste e sta nella diversificazione dell’offerta. L’approccio orientale alle tecniche del benessere si posa su basi filosofiche differenti da quello occidentale ed è più improntato alla spiritualità tanto da potersi ritagliare una sua fetta di mercato. In relazione alla crescente domanda, trasversale ad ogni etnia, di opportunità e rimedi per il relax, antistress, per il recupero di energie e dell’equilibrio umorale e psichico”.

Centri massaggi orientali



"NON RISPETTANO LE REGOLE" - Una spiegazione del fenomeno che non convince Simona Zinetti e Maria Mediati, rappresentanti provinciale e regionale dei centri estetici all’interno del CLAAI (www.claai.to.it), la confederazione delle associazioni artigiane italiane. Seriamente preoccupate dalle ricadute negative sull’immagine del settore “benessere”, entrambe denunciano come, di fatto, i centri di massaggio orientali esercitino abusivamente e non rispettino il limite di ore di apertura giornaliera fissato dal regolamento comunale ospitando clienti anche di notte e rimanendo aperti anche la domenica: “Abbiamo verificato noi stesse, ci sono andati molti nostri clienti, alcuni di questi si sono prestati proprio come “ispettori” e tutti ci hanno riferito delle paurose condizioni igienico-sanitarie, del sospetto via-vai notturno di clientela esclusivamente maschile, dell’ “abitudine” a non emettere ricevute fiscali, oltre che del personale rigorosamente in tacchi e minigonna”, tuonano quasi all’unisono Zinetti e Mediati.

"QUALIFICHE SENZA VALORE" - “E’ vergognoso che questi esercizi si definiscano “centri massaggio” – argomenta l’indignata Mediati – quando non hanno nessuna carta in regola per effettuare il massaggio più banale che risulta ugualmente pericoloso se non eseguito da una persona qualificata. Esibiscono certificati e qualifiche che non hanno alcun valore perché rilasciati da referenti ed associazioni cinesi privi di abilitazione.” “In vent’anni di carriera – continua la Mediati – ho compiuto numerosi sacrifici, specialmente economici, per licenze, aggiornamenti e formazione delle mie dipendenti. Da luglio, la Regione ha finalmente imposto anche a questi centri la presenza permanente di un responsabile tecnico (ossia di un estetista): al momento non mi risulta che ASL o vigili urbani abbiano controllato se almeno uno di questi centri – oramai centinaia - si sia preoccupato di mettersi in regola con la nuova disposizione.”

MASSAGGIO RILASSANTE E MASSAGGIO ROMANTICO - Anche noi abbiamo provato ad entrare in alcuni di questi nuovi esercizi molto somiglianti fra loro, tutti con vetrina schermata a livello marciapiede e bui all’interno, perché, come ci ha spiegato Chen Ming, si rivolgono spesso, all’interno della comunità, agli stessi grafici ed arredatori. Effettivamente, anche noi non siamo rimasti soddisfatti delle condizioni di igiene e di pulizia e, inoltre, abbiamo rilevato come sia impossibile ricevere informazioni sul servizio offerto, dato che chi ci ha accolto ha sempre palesato gravi difetti di conoscenza della lingua italiana, balbettando poche parole: “Fare massaggio adesso?”. In alcuni casi, sono riusciti a spiegarci che il “massaggio romantico” “è ancora più rilassante del massaggio rilassante”. Se non in minigonna, le ragazze che ci hanno accolto si sono presentate in pantaloncini e mai in camici professionali. Abbiamo poi notato che i free press locali, specialmente quelli che funzionano da bacheca di annunci, abbondano di pubblicità ammiccanti ed allusive da parte di numerosi centri massaggio orientali che lasciano come unico riferimento un numero di cellulare.

NUOVE NORMATIVE - Come accennato da Maria Mediati, Governo e Regioni, palesemente impreparati al nuovo boom commerciale, stanno prendendo le contromisure per far adeguare questi esercizi alle direttive dei centri estetici italiani. Cioè: direttori tecnici sempre presenti, rigide norme di pulizia, obbligo di certificazioni di abilitazione di operatori e operatrici. La contromossa dei gestori cinesi è stata quasi automatica con la costituzione dell’associazione A.ce.m.o. (Associazione centri massaggi orientali) atta a denunciare come discriminatorie le nuovi imposizioni.

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