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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Processo Eternit, chiesto l'annullamento delle sentenze per prescrizione del reato

I difensori del magnate svizzero Stephan Schmidheiny chiedono di annullare la sentenza poichè a loro avviso sarebbe stata emessa con vizi di arbitrarietà. Questo è condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso ambientale permanente

Chiede l'annullamento per prescrizione dei reati il procuratore generale di Cassazione Francesco Mauro Iacoviello, presente in aula stamane all'udienza del maxi processo Eternit che vede imputato il magnate svizzero Stephan Schmidheiny per il reato di disastro doloso ambientale permanente. I fatti contestati, infatti, risalgono al 1966.

Un caso che va avanti ormai da 5 anni, dal 10 dicembre 2009, giorno in cui a Torino iniziò il lungo iter giudiziario a carico della multinazionale elvetica Eternit, operativa in Italia con quattro stabilimenti. Stiamo parlando di quasi 2890 persone offese tra lavoratori e cittadini di cui più di 2000 decedute e le restanti ammalate a causa delle polveri tossiche sprigionate dalla lavorazione di un particolare tipo di cemento-amianto, chiamato appunto Eternit, utilizzato in edilizia soprattutto come copertura.

La maggior parte dei decessi era avvenuta nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), ma numerose vittime si erano registrate anche a Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli).

Dopo la sentenza di primo grado che condannò a 16 anni di reclusione il barone belga Louis de Cartier - deceduto pochi giorni prima della sentenza d'appello - ed il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e quella d'appello che incrementò per quest'ultimo la pena a 18 anni, oggi arriva il verdetto finale.

L'imputato è accusato di disastro doloso ambientale permanente, da cui sono derivate migliaia di casi di malattia e morte per patologie derivate dall’amianto. I suoi difensori chiedono ai giudici della Cassazione di annullare l'ultima sentenza perchè a loro avviso è affetta da vizi di arbitrarietà. In sostanza, già in primo grado e poi in appello ci sarebbero state, da parte dei giudici, delle forzature così da comporre le tessere del puzzle in modo funzionale a una sentenza di condanna.

Il verdetto è atteso per la settimana prossima.

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