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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Piazza Vittorio Veneto

La centrale idroelettrica sul Po non si farà: cancellata la convenzione con la ditta appaltatrice

La Giunta Appendino ha optato per la risoluzione del contratto firmato venti mesi fa: i lavori sarebbero dovuti iniziare nel gennaio 2016

L'impianto idroelettrico sul Po, la conca per la navigazione e lo scivolo per le canoe, non si faranno più. Il progetto, che da anni fa tremare gli ambientalisti torinesi, è stato infatti accantonato dalla Giunta Appendino che contestualmente ha deciso anche di chiedere i danni all'impresa che si era aggiudicata la gara. 

Con la costruzione della centrale idroelettrica in corrispondenza della diga Michelotti, davanti a piazza Vittorio e alla Gran Madre, che all'anno avrebbe portato 5,8 gigawattora di energia pulita alla città, si era anche parlato di rendere navigabile il Po a valle, fino al ponte di Sassi proprio con la costruzione della conca di navigazione. Il progetto però è stato cancellato per la gioia delle associazioni ambientaliste che non hanno mai visto di buon occhio la realizzazione dell'opera. 

La motivazione è specificata nella delibera e fa riferimento al "grave ritardo del concessionario". Ad oggi infatti i lavori, che avrebbero dovuto prendere il via entro il 20 gennaio 2016, non sono nemmeno iniziati e la società aveva pure chiesto, rimanendo ferma sulle sue posizioni nonostante il rifuto dell'amministrazione, la risoluzione del contratto per via "dell'eccessiva onerosità delle prestazioni oggetto d'appalto dipesa da circostanze non previste nè prevedibili".

Non avendo le due parti raggiunto un accordo, la giunta ha optato per la risoluzione della convenzione: oltre al danno di immagine per la mancata realizzazione della conca di navigazione per i battelli e dello scivolo per le canoe, il comune di Torino si appella anche al danno patrimoniale di circa 760mila euro, cifra necessaria per la realizzazione delle opere. Senza contare il mancato canone annuale di 60mila euro che l'ente avrebbe dovuto versare al Comune per 20 anni.

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