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Cronaca Centro / Piazza San Carlo, 161

Piazza San Carlo, in arrivo un gran numero di avvisi di garanzia

Forse una ventina

Almeno una decina (forse addirittura una ventina) di avvisi di garanzia, tutti per amministratori pubblici, sono in arrivo per i fatti di piazza San Carlo dello scorso 3 giugno 2017, quando una donna di 38 anni, Erika Pioletti, morì travolta dalla folla in fuga, un'altra rimase gravemente invalida e oltre 1.500 persone rimasero ferite nel corso della trasmissione su maxi-schermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

I reati contestati

I reati contestati dai pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo, che conducono l'inchiesta della procura sull'accaduto, sono di lesioni e omicidio colposi.

Le lacune emerse

Nelle carte del mastodontico fascicolo di indagine evidenziano numerose lacune e omissioni da parte degli organizzatori dell'iniziativa e di chi ne aveva la responsabilità. In primo luogo, è emerso che le riunioni preparatorie all'evento erano state soltanto tre (mentre ad esempio per la celebrazione della festa patronale di San Giovanni sono state 11). In secondo luogo, la scarità dei varchi di accesso e di uscita dalla piazza. In terzo luogo, le perquisizioni sarebbero state tardive e sarebbero avvenute solo a pomeriggio inoltrato, quando all'interno della piazza erano già entrati i venditori abusivi con le bottiglie in vetro che, rotte, avrebbero provocato un gran numero di feriti. Vi è poi la mancata sorveglianza del parcheggio sotterraneo, da cui probabilmente gli abusivi sono entrati. Tutto questo nonostante, la mattina del 3 giugno, la commissione di vigilanza avesse impartito 19 prescrizioni da rispettare.

Causa scatenante sconosciuta

Resta invece tuttora sconosciuta, invece, la causa scatenante del caos. Finora gli investigatori hanno analizzato filmati e vagliato più ipotesi, dal petardo-bomba carta al folle che urla frasi simulando un attentato di matrice islamica alla caduta di una transenna, ma, di fatto, brancolano nel buio.

Finora due indagati, più la sindaca

Finora gli indagati sono due: Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e direttore di Turismo Torino, che aveva allestito materialmente l'evento. La sindaca Chiara Appendino era indagata quale atto dovuto (quindi non d'iniziativa da parte della procura).

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