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Cronaca Grugliasco

Arrestato Gian Mario Rossignolo, il numero uno della De Tomaso

L'imprenditore Gian Mario Rossignolo è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta su corsi di formazione professionale alla De Tomaso. E' stato messo ai domiciliari, avendo superato i 70 anni di età

L'imprenditore Gian Mario Rossignolo è stato arrestato questa mattina dagli agenti della Guardia di Finanza nella sua villa nell'alessandrino, a Vignale Monferrato. L'arresto è stato fatto in un'operazione scattata all'alba in Piemonte, Lombardia e Toscana nella quale oltre 50 uomini delle Fiamme Gialle hanno notificato tre ordinanze cautelari emesse dal Gip di Torino su richiesta della Procura del capoluogo piemontese per il reato di concorso in truffa ai danni dello Stato.

Rossignolo è stato messo agli arresti domiciliari avendo già superato i 70 anni di età. Finanziamenti pubblici per sette milioni e mezzo di euro per corsi di formazione alla De Tomaso che, in realtà, non sono mai stati avviati: è questa la contestazione della Procura della Repubblica di Torino e dela Guardia di Finanza.

Oltre a Rossignolo sono stati arrestati un dirigente della De Tomaso, bloccato dalle Fiamme gialle all'alba a Livorno, e un mediatore creditizio, che opera nel Bergamasco dove è stato fermato all'alba. Quest'ultimo è coinvolto nell'inchiesta per aver fornito una polizza - poi risultata falsa, secondo l'accusa - richiesta dalle procedure per l'erogazione dei fondi per i corsi di formazione. Nell'operazione la Guardia di Finanza ha fatto anche otto perquisizioni in Piemonte, Toscana e Lombardia.

IL VIDEO DELL'ARRESTO

A Livorno ha sede la De Tomaso, azienda automobilistica produttrice di auto di lusso rilevata da Rossignolo, ex manager della Zanussi e della Telecom, nel 2009 e già dichiarata fallita dal locale tribunale di Livorno (un'istanza analoga è in corso presso il tribunale fallimentare di Torino). In Piemonte la De Tomaso aveva acquisito lo stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco e gran parte dei dipendenti dell'azienda che avrebbero dovuto essere riqualificati con i corsi di formazione finanziati con fondi pubblici. Secondo l'accusa, per accedere ai contributi è stata utilizzata una fidejussione falsa dell'ammontare di alcuni milioni e parte dei fondi è finita direttamente nelle tasche di dirigenti della De Tomaso.

(Fonte Ansa)

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