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Cronaca

Area ex-altissimo: questione di sicurezza politica

All’incontro sul tema di Lunedì 23 febbraio si è parlato soprattutto di questo, o almeno, l’intento doveva essere quello. Le questioni sicurezza ed aree dismesse, ed urbanistica più in generale, sono però questioni molto politiche. La politica prende delle decisioni e fa leggi e regolamenti, i tecnici e le forze dell’ordine li applicano e li fanno rispettare.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TorinoToday

Negli ultimi mesi la cronaca cittadina ha dovuto raccontare il dramma di 2 cittadini stranieri che hanno perso la vita in altrettante aree dismesse della città. Ci riferiamo alla Firsat di Strada Vignotto e l'Altissimo di Strada Genova. Due non luoghi che riportano alla memoria il passato industriale di Moncalieri da cui ci stiamo sempre più allontanando.

Lo stato di abbandono di queste aree con cui tutti noi Moncalieresi ci scontriamo quotidianamente è una situazione ormai quasi quarantennale. Enormi proprietà private prossime a luoghi sensibili (scuole, campi sportivi, campi coltivati) necessitanti costose opere di bonifica per annullarne il pericolo alla salute e all'ambiente, una per amianto, una per idrocarburi. Senza dimenticare le implicazioni sulla sicurezza. Perché è chiaro che dove si creano queste aree di miseria, la microcriminalità trova terreno fertile. Proprio quella microcriminalità che è il fattore che più allarma i cittadini, perché li colpisce direttamente.

All'incontro sul tema di Lunedì 23 febbraio si è parlato soprattutto di questo, o almeno, l'intento doveva essere quello. Le questioni sicurezza ed aree dismesse, ed urbanistica più in generale, sono però questioni molto politiche. La politica prende delle decisioni e fa leggi e regolamenti, i tecnici e le forze dell'ordine li applicano e li fanno rispettare.

Lo stato di degrado delle aree industriali dismesse ha precise e chiare responsabilità politiche. Moriondo Futura, proprietaria dell'area Altissimo, dopo anni passati vanamente ad attendere un qualsiasi cenno dall'amministrazione, ha deciso di passare alle maniere forti: se entro fine marzo non hanno il permesso per costruire, adiranno le vie legali e sarà un commissario a decidere se il loro progetto rispetta la legge o meno. Più di un anno fa venne approvata una mozione che impegnava il Consiglio Comunale a trattare le aree dismesse nella loro globalità, definendo l'interesse pubblico e le linee guida da dare ai privati per elaborare i loro progetti. Ad inizio dicembre fu convocata una commissione per discutere il progetto per l'area ex-Altissimo e lavorare sulla delibera che avrebbe dato il via ai lavori. Discussione bloccata da alcuni esponenti della maggioranza proprio perché mancano ancora le linee guida. Con tutta probabilità, ora vedremo realizzarsi un progetto che piace solo ai costruttori, in cui l'interesse pubblico non è definito, di cui la politica non si è voluta occupare. Un progetto che sarà una ferita aperta per tutta la città e lo sarà per sempre, perché processo irreversibile. Chi si prenderà la responsabilità politica di un progetto che non piace? Come al solito nessuno, la colpa sarà sempre di qualcun altro. A noi però le responsabilità sembrano lampanti.

Quante commissioni sono state convocate nell'ultimo anno per discutere queste famose linee? Nessuna. Un anno fa fu il Centro Studi Bechis a promuovere un incontro su Moriondo e l'ex-Altissimo. Cosa ha fatto la politica da allora? Nulla. Il problema è tutto qui. Moncalieri è ferma da troppi anni, ostaggio continuo degli interessi politici di una parte. Guerre interne ai partiti, interessi di qualche costruttore, ma l'obiettivo di un'amministrazione è il bene comune, il benessere di tutti. Anche se sono pochissimi i Consiglieri Comunali attuali a chiederlo, mentre maggioranza ed opposizione si scontrano in difesa di interessi diversi.

E' chiaro che a Moncalieri servano immediatamente le linee guida per queste aree che sono un'opportunità unica ed irripetibile. Ed è altrettanto chiaro che la nostra città abbia bisogno di un nuovo Piano Regolatore che recepisca questi indirizzi, li faccia propri e da questi parta per ridisegnare la città con criteri diversi e nuovi. Dopo le elezioni di maggio questo sarà uno dei primi temi che sottoporremo al futuro Consiglio Comunale. Per far prevalere sempre il bene comune e non l'interesse di pochi.

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