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Cronaca Mirafiori Nord / Via Carlo Pinchia

Minacce e insulti al comitato di quartiere: "Basta schiamazzi nell'area cani"

Il presidente Colantuoni, 69 anni, porta avanti da 5 anni una battaglia contro l'uso improprio dello spazio a quattro zampe di via Pinchia. In cambio ha ricevuto solo intimidazioni

Cinque anni di battaglie contro l’area cani “molesta” di via Pinchia e via Bellono lo hanno portato a farsi qualche nemico in zona Mirafiori. Gian Luigi Colantuoni, 69 anni, presidente del comitato di quartiere “Rione Pinchia” esce allo scoperto per raccontare le intimidazioni e gli insulti ricevuti nelle ultime settimane. Un giro di minacce partito a seguito di una delle ultime denunce alla polizia municipale. “Denunce ed esposti - spiega Colantuoni – arrivate ai vigili, alle Circoscrizioni e al Comune. E frutto dell’uso inadeguato di un’area cani”.

Uno spazio per gli amici a quattro zampe realizzato cinque anni fa nel rione. Ma troppo vicino alle palazzine secondo il comitato. Negli anni, però, quella tra le famiglie e i fruitori del perimetro per cani è diventata una sorta di guerra. Da una parte i padroni hanno cominciato ad utilizzare l’area giorno e notte, dall’altra il comitato ha dato il via a denunce in serie. Con tanto di chiamate al centralino della municipale. “Ma io non ho nulla contro gli animali - spiega Colantuoni -. Il problema è nato quando la Città ha scelto di realizzare lo spazio sotto decine di palazzi. E senza consultare i residenti che si aspettavano un giardino per bambini”.

Dopo aver attaccato una serie di volantini nel quartiere qualcuno ha individuato il principale autore delle proteste. Ha preso il numero e ha dato il via ad un giro di minacce telefoniche e insulti. “Vecchio aguzzino frustrato”, “Infame” e “Sbirro” delle provocazioni ricevute negli ultimi giorni.

“Ma io non ho nulla contro i padroni educativi, io critico schiamazzi e bivacchi, questi all’ordine del giorno. Soprattutto di notte” rincara il 69enne. Nel quartiere c’è gente che non riesce a dormire,  in particolare d’estate. E Gianluigi, oggi, non può nemmeno affacciarsi alla finestra per il timore che qualcuno lo insulti pesantemente. “Ricevo anche chiamate anonime – rincara il 69enne -. Da persone che mi dicono di non fare foto altrimenti me la dovrò vedere con loro. Inoltre in passato ho ricevuto calunnie via web ma alla fine sono riuscito a bloccare i video di questi esagitati”.

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