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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il super-criminale nuovamente arrestato: 40 anni di rapine, omicidi e violenza

Per il sequestro con ferimento

Una carriera criminale ultraquarantennale con due omicidi, una miriade di rapine, alcune delle quali anche estremamente violente, e altri reati e anche, ultimo episodio, il sequestro con ferimento del commerciante Ivan Napoli a scopo di estorsione.

Lui è Angelo Alosi, 58 anni, nuovamente arrestato dalla squadra mobile (che già lo aveva arrestato in numerose altre occasioni): un criminale di vecchio stampo, violento e senza scrupoli, anche se questa volta ha deciso di mollare la preda quando ha visto che era ferita e avrebbe potuto riportare danni gravi. In altre occasioni non andò in questa maniera.

Alosi era uscito di galera recentemente dopo alcune condanne per rapina ed era sottoposto al regime di sorveglianza speciale. Pochi mesi di libertà dopo essere entrato e uscito dalle carceri.

L'episodio più antico lo vede coinvolto in una rapina a un minimarket di via Lancia nel novembre 1977. Nell'occasione uno dei componenti della sua banda uccise per errore (il colpo di pistola partì accidentalmente) il giovane Giorgio Appella che si trovava lì davanti per operazioni di carico e scarico di bibite. Alosi venne poi arrestato e condannato solo per la tentata rapina.

Nel marzo 1983, nel corso di una rapina, commise il suo primo delitto: la vittima fu il mobiliere Ernesto Falcione, colpito violentemente a calci e pugni in pancia. Non si riprenderà più e Alosi, dopo l'arresto, verrà condannato per omicidio preterintenzionale.

Il secondo omicidio è quello di un gioielliere torinese anche lui implicato in fatti di malavita. Si chiamava Antonio 'Tony' Fierro. Il suo corpo venne trovato carbonizzato in un campo di Caselette nel luglio 1983 dopo essere stato ucciso a colpi di pistola. La verità stabilità dai processi, conclusisi nel 1998, è che a sparare fu proprio Alosi. Il movente, la spartizione del bottino dopo una rapina.

Alosi venne poi arrestato nel 1986 e condannato, in questo caso soltanto per favoreggiamento, nelle indagini per l'omicidio di un altro bandito, Giorgio Cavazzini, il cui corpo venne scoperto seppellito sulle rive della Dora Riparia. Il movente, qualche sgarro nei confronti della sua banda nell'ambito del traffico di droga.

L'ultimo episodio sanguinario controverso risale al 1987: si tratta anche in questo caso dell'assassinio di un altro criminale, Giovanni Nerbo, che venne prelevato davanti all'ospedale Sant'Anna subito dopo la nascita del figlio, venne assassinato colpi pistola e venne sciolto nell'acido. Nel luglio 1996, per questo episodio, la squadra mobile arrestò nuovamente Alosi e altre otto persone. Nessuno, però, venne condannato.

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