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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

A Pomeriggio Cinque la netturbina licenziata: aveva preso dai rifiuti un monopattino per il figlio

"Non meritavo un trattamento del genere"

Aicha Elisabethe Ounnadi ha raccontato la sua storia ai microfoni di Pomeriggio Cinque, nel salotto di Barbara D'Urso. Ex dipendente del Cidiu, un'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nella zona Ovest di Torino, la quarantenne ha perso il lavoro per aver raccolto proprio dai rifiuti della stessa azienda un gioco, un monopattino, per il proprio bambino. Una storia che ha quasi dell'incredibile dato che il gioco in questione era stato eliminato da chi non lo usava più e oltretutto era anche rotto.

Il gioco a casa non ci è mai arrivato 

Elisa, così come viene chiamata qui in Italia, emozionandosi ha raccontato la sua versione, spiegando che una collega le avrebbe passato il monopattino con un foglio di carta attaccato sopra: "Ma era illeggibile, così prima l'ho messo nell'armadietto al lavoro e poi l'ho caricato in auto per portarlo a casa. Ma non volevo rubare nulla a nessuno" . In realtà quel gioco nella sua abitazione non ci è mai arrivato.

Un fulmine a ciel sereno 

Al termine del turno di lavoro Elisa sarebbe stata richiamata in direzione insieme alla collega e qui la doccia fredda: l'azienda avrebbe deciso per lei il licenziamento. "Su quel foglio non c'era nessun timbro dell'azienda. Non apparteneva a nessuno", si è difesa la donna che ora si è rivolta agli avvocati. In collegamento con gli studi di Canale Cinque anche l'amministratore delegato dell'azienda che però avrebbe fornito una versione diversa, sottolineando che la donna, già in passato era stata ripresa per episodi simili:da qui la decisione di procedere con il licenziamento.

Una petizione per Elisa 

Ora però la situazione di Elisa si fa difficile. Tre figli e separata, lei contava su quel lavoro e ribadendo di non essere una ladra ha aggiunto: " Avrò anche agito con leggerezza ma ma non meritavo un trattamento del genere. Essere licenziata per un monopattino vecchio e rotto di cui nessuno conosce la provenienza è assurdo". Intanto su Change.org è stata lanciata una petizione per chiedere il reintegro di Elisa al Cidiu. Un'iniziativa che ha già raccolto oltre 200 firme. 

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