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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Aurora / Lungo Dora Agrigento

Cinque nomadi aggrediscono una 17enne a colpi di spranga

Ancora violenza a Torino, questa volta sul lungo Dora Agrigento dove una ragazza è stata assalita da un commando composto da romeni. La giovane è poi riuscita a scappare

Prima l’hanno circondata e poi aggredita con coltelli e spranghe nel tentativo di rubarle un cellulare e pochi centesimi. La vittima di questa ennesima storia di violenza gratuita è una ragazza di appena 17 anni che pochi giorni fa è stata malmenata da un gruppo di nomadi all’altezza del lungo Dora Agrigento, davanti all'istituto Albe Steiner. Una disavventura sfociata in pieno giorno, verso le ore 13. “Ero appena uscita da scuola, si è messo a piovere e io non avevo l’ombrello – racconta la giovane vittima -. Così per evitare il temporale mi sono rifugiata qualche minuto sotto una tettoia”. Ed è proprio in quel punto che accade l’impensabile.

In cinque adocchiano la ragazza. Tre sono uomini, due sono donne. Due però sono anche ubriachi e si avvicinato alla 17enne con fare sospetto. Ma a bloccare il braccio della ragazza è una delle donne. “Dammi tutti i soldi che hai tasca altrimenti ti accoltello”. Il gesto non spaventa la minorenne che si dimena e tenta di scappare. Ma è in quel momento che interviene il resto della banda, armata fino ai denti con coltelli e spranghe. Un vero e proprio incubo. “Mi hanno minacciata più volte – ricorda la ragazza -. In giro non c’era nessuno perché pioveva a dirotto. Ho cominciato a urlare. Uno ha cercato di tenermi ferma per il braccio sinistro, l’altro mi ha stretto una mano attorno al collo”.

Ma dopo qualche secondo di lotta la sventurata riesce a liberarsi dalle grinfie dei nomadi e a fuggire facendo perdere le sue tracce. Ma la sua corsa, a seguito di denuncia, è terminata al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco dove è arrivata con una mano insanguinata. I sanitari l’hanno curata e poi dimessa in giornata con tanto di microfrattura al polso. “Quei tagli sulla mano mi fanno ancora male – conclude la giovane -. Ho vari lividi sul collo e sul corpo ma sono riuscita ad uscirne viva, senza consegnare loro soldi e telefono”. La denuncia della giovane è poi stata diffusa anche attraverso il vasto mondo dei social network, ripresa dalla pagina del movimento “Generazione Identitaria”.

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