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Domenica, 28 Aprile 2024
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Strage di via Genova a Torino, il processo inizia con uno stop: nel 2021 morirono 3 operai

Il primo snodo processuale del crollo in via Genova arriva a quasi due anni di distanza da quella tragica mattina

Si è aperta questa mattina, a porte chiuse e senza gli indagati, l'udienza preliminare per il crollo della gru che il 19 dicembre 2021 costò la vita a tre operai, impegnati in lavori di  ristrutturazione sulla facciata di un palazzo di via Genova 122, con un rinvio che servirà ai familiari delle vittime per trattare i risarcimenti con le assicurazioni delle ditte coinvolte nell'inchiesta. 

Oggi - mercoledì 13 settembre - scadeva il termine per la costituzione delle parti, che ora resta sospeso in attesa che le parti trovino un accordo stragiudiziale. Per entrare nel vivo, perciò, bisognerà aspettare il prossimo 22 dicembre, data in cui è stata fissata la prossima udienza davanti al gip.

Il primo snodo processuale del crollo in via Genova arriva a quasi due anni di distanza da quella tragica mattina. Le indagini, affidate al pubblico ministero Giorgio Nicola, sono state chiuse lo scorso aprile e la Procura contesta l'omicidio colposo a cinque persone tra imprenditori, tecnici e operai. 

Quella mattina Filippo Falotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti, rispettivamente di 20, 52 e 54 anni, stavano assemblando una torre edile con una gru e un'autogru collegate l'una all'altra, quando precipitarono da 40 metri di altezza. Stando alle tre consulenze tecniche commissionate da chi indaga, le strutture si sarebbero disarticolate per effetto di un "tiro obliquo", ritenuto la conseguenza di una catena di omissioni e controlli carenti. 

L'autogru poi sarebbe stata più bassa del necessario, ma nessuno avrebbe badato a questo problema. Da qui gli addebiti a carico del manovratore, del titolare della ditta appaltatrice dei lavori, dell'ex titolare della ditta fornitrice di una delle gru, del legale rappresentante di Locagru e di chi avrebbe dovuto coordinare la progettazione e l'esecuzione dei lavori. Tutti, secondo la Procura, avrebbero dovuto vigilare sulla corretta applicazione del piano per la sicurezza, che invece sarebbe stato disatteso con l'esito più tragico. "Come legali delle parti offese saremo molto rapidi, non abbiamo intenzione di perdere tempo", ha dichiarato fuori dall'aula l'avvocato Stefano Idem, che assiste il fratello di Roberto Peretto. 

Presenti all'udienza anche l'associazione Sicurezza e Lavoro e il sindacato edile Feneal Uil, assistiti dall'avvocato Giacomo Mattalia. "Abbiamo voluto costituirci parte civile come sindacato - ha dichiarato Claudio Papa della segreteria Fenealuil Piemonte - per tutelare i diritti di tutti i lavoratori e lavoratrici e per ribadire la necessità che vengano rispettate le norme sulla sicurezza sul lavoro e tenere sempre alta l'attenzione sul tema". Al rinvio preliminare non si sono opposti né le difese, né i pubblici ministeri. Ora la palla passa alle assicurazioni e agli avvocati.

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